Roma e Palermo insieme in memoria delle vittime di mafia
Per collegare le attività e il patrimonio civile di due beni confiscati: la Casa del Jazz e il Giardino della memoria
OSSIGENO 14 novembre 2023 – L’idea è di costruire un ponte ideale fra il Giardino della Memoria di Ciaculli (Palermo) e la Casa del Jazz di Roma. Sono due beni confiscati alla criminalità organizzata, sono due grandi parchi sottratti per via giudiziaria a criminali mafiosi che vi avevano investito il frutto dei loro lucrosi affari illeciti, al fine di poterseli godere in via esclusiva e che invece sono stati restituiti alla collettività che ne ha fatto dei beni pubblici a disposizione di ogni cittadino; due beni confiscati, ai quali è stata assegnata una missione analoga: coltivare la memoria delle vittime innocenti della criminalità mafiosa.
La proposta è stata lanciata il 27 ottobre 2023, insieme dal presidente di Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato, e dal vice segretario dell’associazione della Stampa Siciliana, Roberto Leone.
Lo hanno fatto durante il collegamento audio-video fra la manifestazione in memoria delle vittime che si svolgeva a Ciaculli e il convegno sullo stesso tema che si svolgeva in contemporanea a Roma, alla Casa del Jazz, con molti partecipanti online, per celebrare la Giornata mondiale indetta dall’ONU per mettere fine all’impunità per i reati contro i giornalisti.
Entrambe le manifestazioni ricordavano in contemporanea il 51° anniversario dell’uccisione del cronista di Ragusa Giovanni Spampinato e numerose altre vittime innocenti.
Il Giardino della Memoria di Ciaculli (Palermo) onora ognuna di queste vittime piantumando e coltivando un albero per reca una targa con il suo nome , apponendo delle targhe ricordo, organizzando delle visite, a cura del Gruppo Cronisti siciliani, in collaborazione con l’associazione regionale della stampa e l’ordine regionale dei giornalisti.
Alla Casa del Jazz di Roma, Ossigeno dell’informazione fa la stessa attività rendendo viva la memoria dei 30 giornalisti italiani uccisi, con convegni, con la celebrazione di ciascun anniversario, con l’aggiornamento continuo dell’archivio online “Cercavano la verità”, con cerimonie e convegni, accanto al Pannello in Memoria dei cronisti italiani uccisi apposto all’ingresso accanto a una grande lapide con i nomi di novecento vittime innocenti della mafia, dalle più’ note alle più dimenticate.
Perché dunque non costruire questo “ponte”, non collegare questi due luoghi della memoria?
Il 27 ottobre 2023, durante il collegamento tra i due eventi, al parere favorevole di Roberto Leone, vice segretario dell’Associazione della Stampa, ha fatto eco la disponibilità di Guido D’Ubaldo, presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti del Lazio.
Come andare avanti? Si vedrà nei prossimi giorni, raccogliendo idee e proposte dei partner del Gruppo cronisti siciliani nella gestione del Giardino della Memoria (a cominciare dal presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti della Sicilia, Roberto Gueli) su come potenziare il valore sociale ed educativo di questi due musei della memoria civile, con iniziative rivolte soprattutto ai più giovani.
Durante il collegamento Roberto Leone, promotore dell’iniziativa a Ciaculli, ha mostrato la targa dedicata a Giovanni Spampinato davanti alla quale è stato letto un messaggio del Prefetto in ricordo del giornalista ucciso nel 1972. “Qui sono raccontate le storie di tutte le vittime della mafia – ha detto -, anche quella del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido dalla mafia, e di Don Pino Puglisi, per i quali oggi sono state scoperte due nuove targhe, che si aggiungono a quelle dei giornalisti Mauro De Mauro e Mauro Rostagno. Questo giardino è stato realizzato in un bene confiscato alla mafia ed è stato affidato alla gestione dell’Associazione nazionale dei magistrati e al Gruppo cronisti dell’Assostampa Sicilia. Noi stiamo cercando di aprire questo giardino ai giovani, per questo oggi sono presenti due scuole medie di Palermo e un liceo di Ciaculli”.
”Vi ringrazio molto per aver dedicato questa cerimonia alla memoria di mio fratello”, ha detto Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno in dialogo con Roberto Leone.
Successivamente è intervenuto Franco Nicastro, già presidente dell’Odg Sicilia e cronista de L’Ora di Palermo, che ha scritto un ricordo di Giovanni Spampinato per Ossigeno (leggi) . “Giovanni – ha detto Franco Nicastro – era un giornalista che credeva nella funzione etica del giornalismo, quella ricordata da Pippo Fava in un suo editoriale. La storia di Giovanni è paradigmatica: quando fu ucciso, nel 1972 a Ragusa, era molto giovane. Si stava occupando di un delitto che aveva sconvolto l’atmosfera placida di quella città di provincia. Lui allargò le sue indagini alla ricerca della chiave di lettura del misterioso delitto di Angelo Tummino, cercando di ricostruire tutti i nessi e i collegamenti con altre storie che maturavano ed erano collegate con le trame nere di quei tempi, con la presenza di personaggi inquietanti nel ragusano. Collaborando con il giornale L’Ora, Giovanni aveva acquisito una linea professionale del giornalismo che non era quella omologata dal resto della stampa siciliana, che sui fatti su cui Giovanni svolgeva le sue inchieste era intervenuta con il linguaggio asettico ed espositivo della cronaca. Lui era andato oltre, aveva cercato di fare davvero il giornalista”. CT- LT – GPA
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