Trieste. Minacce di morte alla Fondazione che cura i bambini feriti in guerra
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Sul muro di un centro gestito dalla Fondazione intitolata alla memoria del giornalista Luchetta e degli operatori Ota, D’Angelo e Hrovatin
OSSIGENO 12 settembre 2022 – “Morite Luchetta” e “Negri a morte”. Queste scritte anonime sono state scoperte la mattina del 23 luglio 2022 (leggi) sul muro esterno del Centro di raccolta ‘Elide’ a Trieste. Le minacce sono indirizzate agli immigrati di colore e al Centro che li assiste, creato dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, intitolata al giornalista Marco Luchetta e agli operatori televisivi Alessandro Ota e Dario D’Angelo, tutti e tre della Rai di Trieste, uccisi da una granata di mortaio il 28 gennaio 1994 a Mostar, in Bosnia, dov’erano stati inviati per realizzare un servizio. Miran Hrovatin è invece l’operatore tv della Rai assassinato in un agguato a Mogadiscio in Somalia il 20 marzo 1994 insieme alla giornalista Ilaria Alpi. Le loro storie sono state raccontate da Ossigeno sul sito ‘Cercavano la verità’. Sull’episodio indaga la Digos di Trieste.
LA FONDAZIONE – Nata subito dopo la morte dei componenti della troupe Rai di Trieste per iniziativa di amici e familiari che decisero di ricordare in modo concreto il loro sacrificio, la Fondazione si è data la missione di garantire le cure ai bambini feriti in guerra o colpiti da malattie non curabili nei paesi d’origine. Il primo ad essere evacuato e curato è stato il piccolo Zlatko, che Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo salvarono facendogli scudo con il loro corpo. Negli anni la Onlus ha aperto tre centri di accoglienza. Uno è quello “Elide”, sui muri del quale sono comparse le minacce.
“Scritte accostate violentemente ad un luogo di solidarietà – hanno commentato alla Fondazione -, che dal 2009 raccoglie e ridistribuisce alle persone in stato di bisogno, italiani e stranieri, senza distinzioni, i beni che vengono donati dai cittadini di Trieste”.
DANIELA SCHIFANI CORFINI – Dal 2013 la presidentessa della Fondazione è la signora Daniela Schifani Corfini, vedova del giornalista Marco Luchetta. Ad Ossigeno ha dichiarato: “E’ molto difficile per me commentare un fatto così, perché faccio fatica a capire cosa si agita nella testa di chi sfoga la propria rabbia e le proprie frustrazioni contro chi fa del bene. Preferisco evidenziare come, a fronte di quelle minacce, la Fondazione abbia ricevuto numerosissime attestazioni di solidarietà che, ancora una volta, ci hanno fatto toccare con mano come la vicinanza e l’affetto degli altri riescano a farti sentire forte e a darti la sensazione di fare parte di un mondo migliore che nessuna minaccia può scalfire”.
SOLIDARIETA’ – Ossigeno per l’informazione, sempre vicino ai familiari dei giornalisti e degli operatori uccisi per il loro lavoro, condanna questo vile attacco augurandosi che le indagini riescano a individuare rapidamente i responsabili e a vanificare le minacce. Inoltre Ossigeno esprime solidarietà e comprensione alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, che ha trovato il modo di tenere vivo il ricordo di quattro giornalisti e operatori italiani uccisi per il loro lavoro creando strutture che aiutano disinteressatamente i bambini che fuggono dalle guerre e i più deboli e bisognosi di assistenza. Solidarietà è stata espressa anche da Ordine dei Giornalisti e Assostampa Friuli Venezia Giulia, Leali delle Notizie, Articolo 21, Obc Transeuropa, Ucsi Fvg, che hanno manifestato sconcerto e preoccupazione per quanto accaduto. LT
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