Tribunale Trapani. L’ex sen. Papania deve dare 15mila € a cronista e editore
Lo ha stabilito il giudice civile. Il politico aveva chiesto 150 mila € di danni a Marco Bova e all’editore Mercurio Comunicazione
OSSIGENO 24 OTTOBRE 2020 – Il Tribunale civile di Trapani ha rigettato la citazione per danni da diffamazione a mezzo stampa che l’ex senatore Nino Papania aveva presentato nel 2017 nei confronti di Marco Bova (ex direttore de IlSicilia.it) e della società editrice Mercurio Comunicazione. Il 30 settembre 2020 lo ha contestualmente condannato a risarcire le loro le spese legali che ammontano a 15 mila euro.
Nino Papania aveva chiesto un risarcimento di 150mila euro, come ha confermato lo stesso Marco Bova a Ossigeno. Il giudice Caterina Linares ha rigettato la richiesta e gli ha imposto di dare 9750 euro al giornalista e 5mila 355 euro alla società editrice del notiziario, a copertura delle spese di lite.
Oltre a promuovere la causa civile, il senatore Papania aveva querelato Marco Bova per il reato di diffamazione a mezzo stampa. Il 29 novembre 2017 il Gip ha archiviato la querela rilevando “l’insussistenza del fatto di reato e la mancanza di ogni elemento diffamatorio”.
L’ex parlamentare riteneva di essere stato diffamato dall’articolo e dalla foto a corredo di esso apparso nella schermata iniziale della testata IlSicilia.it, nel quale Marco Bova riferiva la condanna per diffamazione di Giacomo Scala, ex presidente dell’Anci Sicilia ed ex sindaco di Alcamo, da scontare facendo un lavoro di pubblica utilità. Nella foto il senatore Papania compariva accanto a Giacomo Scala.
Secondo Papania, l’immagine pubblicata lo “associava ai fatti riportati nell’articolo, ai quali era totalmente estraneo, con conseguente necessità di difendersi da accuse pubblicamente mosse dai cittadini che ne erano venuti a conoscenza tramite l’articolo”.
Nell’articolo, non è più visibile sul sito IlSicilia.it , Marco Bova aveva riferito la notizia della condanna di Papania per voto di scambio. A questo proposito la sentenza del 30 settembre 2020 afferma che si tratta di un “evento assolutamente vero e pertinente al tema che il giornalista intendeva trattare con l’articolo in questione, volendo analizzare un periodo temporale particolarmente complesso, periodo in cui due esponenti del panorama politico alcamese, connessi tra loro da stretti legami politici, furono coinvolti in diversi procedimenti penali, che comunque trovano un comune denominatore nelle elezioni amministrative del 2012”.
Per il giudice “la pubblicazione della notizia, della cui verità non è dato dubitare sia in riferimento alla condanna dell’ex Presidente Anci che a quella, diversa, dell’odierno attore (Nino Papania, ndr), è riportata con chiarezza e toni del tutto moderati, di cui non può che apprezzarsi la pacatezza, di talché è del tutto esclusa qualsiasi valenza diffamatoria. L’inserimento in prima pagina appare poi giustificato dal rilievo della notizia e dalla sua risonanza non solo locale mentre l’accostamento alla foto non appare in alcun modo in grado di fuorviare il lettore frettoloso e di generare la convinzione del coinvolgimento dell’attore nei fatti riferiti all’ex Presidente Anci”.
Soddisfatto il giornalista Marco Bova che ha sempre ritenuto di aver fatto correttamente il suo lavoro.
RDM
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