Terni. Non ho paura ma devo stare attenta, dice la giornalista minacciata
Vanna Ugolini ha dato la notizia di un giovane morto per overdose e ha ricevuto minacce e insulti per telefono e via social. E’ stata sotto protezione per alcuni giorni
OSSIGENO – 9 febbraio 2021 – La giornalista Vanna Ugolini, responsabile della redazione de “Il Messaggero” di Terni, è stata insultata e minacciata di morte con telefonate minatorie e messaggi sui social dopo la pubblicazione di una notizia sulla morte di un giovane avvenuta in una località della zona. La notizia riferiva l’ipotesi delle forze dell’ordine che il decesso fosse dovuto a un’overdose di stupefacenti. Questo dettaglio era stato appreso presso i Carabinieri e i soccorritori. Gli altri media locali non l’avevano riportata.
LE MINACCE – La notizia è stata lanciata sul sito web del Messaggero a gennaio 2021. Il giorno successivo è stata pubblicata sul quotidiano cartaceo nell’edizione di Terni. Subito dopo sono arrivate alla redazione decine di telefonate contenenti insulti e minacce di morte alla giornalista e agli altri redattori. Voci rabbiose e aggressive hanno gridato: “Ti devi vergognare, la pagherai per quello che hai scritto”, “Cara te la facciamo pagare, devi morire anche tu di overdose”. Il giorno stesso Vanna Ugolini ha denunciato le minacce ai Carabinieri di Terni che nei giorni successivi hanno disposto una sorveglianza discreta alla sua abitazione e le hanno consigliato prudenza e attenzione negli spostamenti. Le indagini sono in corso e non si hanno informazioni sulle piste seguite. Nella provincia di Terni lo spaccio di stupefacenti è una piaga sociale su cui la redazione del Messaggero ha acceso l’attenzione con articoli per i quali nel recente passato ha subito altri insulti e minacce, ma mai così pesanti.
LA GIORNALISTA – “Non ho mai avuto veramente paura. I carabinieri – ha detto Vanna Ugolini a Ossigeno – mi hanno rassicurata subito. Ma sono rimasta profondamente turbata per l’aggressività e la sfrontatezza di questo attacco. Una barbarie lessicale e di atteggiamenti favorita anche dalla pervasività e dalla facilità di approccio dei social. Ho seguito i consigli dei Carabinieri, sono stata attenta. Per precauzione ho tolto le foto dei miei figli dai social. La situazione non è stata leggera. La solidarietà mi ha fatto piacere. L’attenzione mediatica mi ha disorientato. In questa storia la vera tragedia è la morte di un ragazzo, che poteva e doveva essere evitata. Per il momento noi ci siamo fermati. Spero di poter continuare a raccontare queste storie fino alla fine. In queste zone c’è un problema enorme con la droga. La pandemia sembra averlo accentuato”.
SOLIDARIETA’ – La giornalista ha ricevuto la solidarietà personale di numerosi colleghi, quella dell’OdG dell’Umbria, dell’Associazione Stampa Forlì-Cesena, del Coordinamento delle giornaliste GiULiA con le Cpo Fnsi, Cnog e Usigrai, dalla Provincia di Terni e da Ossigeno per l’informazione. LT
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