Libertà di stampa

9 giugno. Spampinato (Ossigeno): “L’informazione è un’arma che non spara ma influisce”

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Il presidente dell’Osservatorio ricorda Andrea Rocchelli e propone una Corte penale internazionale per accertare responsabilità su morte cronisti 

OSSIGENO 9 giugno 2022 – Fare giornalismo in zone di guerra “è come saltare in un cerchio di fuoco”. È quanto afferma il Presidente di Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato, aprendo il convegno “Guerra, pace, informazione – I rischi dei giornalisti. Il caso Ucraina”, a Roma presso la Casa del Jazz.

La missione di Ossigeno è quella di occuparsi “di realizzare le condizioni che consentono ai giornalisti di fare liberamente e in sicurezza il proprio lavoro – prosegue – senza subire ritorsioni, minacce, intimidazioni. Spesso (i cronisti, ndr) corrono dei rischi per il luogo e per le informazioni scomode che gestiscono, anche quando pubblicano informazioni vere, attuali e di interesse pubblico che hanno il difetto di essere sgradite a qualche potente che ha capacità di ritorsione e di influenza”.

Per esemplificare quanto sia difficile individuare e punire i responsabili della morte di un cronista, Spampinato cita il caso del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso nel Donbass nel 2014. Sulla sua morte la giustizia italiana non è riuscita a fare piena luce. “Questa vicenda giudiziaria dimostra la tesi secondo la quale bisognerebbe investire una Corte internazionale autonoma e indipendente di tutti i casi in cui vengono uccisi dei giornalisti, per accertare la verità, per sfuggire a una prassi comprovata che fa prevalere una qualche forma di ragion di Stato per spiegare il caso con la fatalità e metterci una pietra sopra senza condannare nessuno. Questa proposta a nostro avviso merita di essere discussa e approfondita”.

“L’informazione giornalistica – sottolinea il Presidente di Ossigeno – è un’arma potente, non spara ma influisce sulla realtà, sullo svolgimento degli eventi. Pertanto chi diffonde notizie in nome dell’interesse pubblico e della verità corre sempre il rischio di disturbare gli interessi di qualcuno e di suscitare le sue reazioni scomposte e sproporzionate. Noi di Ossigeno ci siamo sempre schierati dalla parte di coloro che, pur avendo rispettato le regole etiche della loro professione, subiscono minacce e ritorsioni, o addirittura rischiano la vita per farci sapere cosa succede intorno a noi, non soltanto nelle zone di guerra.

DAR

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