Memoria

Sonia Alfano: “Mio padre vittima di mafia e calunnie”

La figlia del docente cronista ucciso nel 1993 ha ringraziato Ossigeno partecipando al convegno alla Casa del Jazz l’11 maggio

OSSIGENO 11 maggio 2023 – “Ringrazio Ossigeno per la sensibilità con la quale si è sempre accostato alla storia di mio padre”, ha detto Sonia Alfano, figlia di Giuseppe Alfano, intervenendo in collegamento al convegno-corso di formazione “Giornalismo mestiere difficile e poco protetto, in pace e in guerra”, promosso da Ossigeno l’11 maggio per celebrare la 30ma Giornata mondiale per la libertà di stampa dedicata ai giornalisti uccisi.

Il docente di educazione tecnica con la passione per il giornalismo fu ucciso a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), nel 1993, con tre colpi di pistola, l’ultimo in bocca, mentre stava portando alla luce attività irregolari.

“All’epoca avevo 21 anni – racconta sua figlia – non compresi subito il motivo del colpo in volto. Compresi anni dopo che era un segnale. In quel momento fui costretta a svestire i panni di figlia e diventare investigatore, tenendo alta l’attenzione su questa vicenda. Oggi dopo 30 anni, non è stata compiuta piena giustizia: in carcere ci sono solo gli esecutori materiali. Mi chiedo: vengono sempre fatte le indagini? Nel caso di mio padre non so se siano state fatte, oppure sono state molto superficiali”.

Doppiamente ucciso Alfano anche dopo la morte, dice Sonia: dalle calunnie e, nella maggior parte dei casi, anche dalla disattenzione delle istituzioni e della politica. “Su mio padre fu detto di tutto per distruggere la sua memoria, addirittura che avesse molestato una delle sue alunne”.

Ha concluso la sua testimonianza chiedendo ai giornalisti che si parli più spesso di queste vicende: “L’attenzione della stampa deve essere attiva sempre.”

CT

Rivedi qui il convegno

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