Social. 33 mila € di danni per i commenti altrui non rimossi
Questo articolo è disponibile anche in:
Ossigeno difenderà Fabio Butera nel ricorso in appello con il quale chiederà la sua assoluzione – In primo grado il Tribunale di Verona ha creato un precedente che espone tutti gli utenti a un maggior rischio
OSSIGENO 5 maggio 2023 – Segnaliamo una sentenza che interessa tutti coloro che hanno un profilo sui social network. Per non aver rimosso spontaneamente alcuni commenti offensivi scritti da altre persone in coda al suo post, il giornalista Fabio Butera è stato condannato a versare 33 mila euro di risarcimento e spese legali da una sentenza che rischia di introdurre una nuova forma di responsabilità oggettiva in capo a chi detiene un profilo social network.
Da oggi per non avere sgradevoli sorprese, bisogna leggere sempre i commenti che vengono aggiunti ai propri post e rimuovere spontaneamente (cioè anche se nessuno lo chiede) i commenti che offendono la reputazione di terze persone. Chi non lo fa potrebbe essere ritenuto responsabile del contenuto, in concorso con gli autori, anche se quei commenti non li ha neppure letti, nessuno glieli ha fatti notare e lui non li condivide.
Che cos’è successo. In breve, il giornalista Fabio Butera ha pubblicato un articolo su Facebook, criticando una persona. Successivamente alcuni utenti hanno aggiunto i loro commenti. La persona criticata, ritenendosi offesa dall’articolo, ha citato per diffamazione il giornalista, che è stato processato per il suo articolo. Nella causa, il giornalista è stato assistito dall’Ufficio Legale di Ossigeno, che dall’inizio ha creduto nella correttezza delle sue critiche. Questa correttezza è stata riconosciuta dal Tribunale Civile di Verona il 5 aprile 2023 che ha assolto Fabio Butera per il suo articolo.
Infatti, la sentenza di Verona afferma che quell’articolo non era diffamatorio. Ma punisce il giornalista per alcuni commenti al suo articolo, commenti che non erano stati contestati all’avvio della causa e che comunque sono stati giudicati diffamatori. Per non averli rimossi spontaneamente, il giornalista è stato condannato a versare 33 mila euro di risarcimento e spese legali alla persona che lo aveva citato in giudizio.
Effettivamente quei commenti non li aveva letti, nessuno glieli aveva fatti notare ma lui avrebbe dovuto leggerli, giudicarli diffamatori e adoperarsi per farli rimuovere, secondo la sentenza che afferma la sua responsabilità oggettiva. Questa contestazione crea un precedente che potrebbe cambiare il modo di affrontare questa materia esponendo gli utenti dei social a una molto maggiore responsabilità.
L’avvocato Andrea Di Pietro, che insieme all’avv. Emilia Rosa Faraglia ha difeso Fabio Butera su incarico dello Sportello Legale Gratuita di Ossigeno ha così commentato la sentenza: “Merita di essere criticata sul piano giuridico, in quanto introduce una forma di responsabilità oggettiva di natura omissiva, senza che ci sia un vero riscontro probatorio circa l’asserito dolo di Butera nel voler pervicacemente mantenere pubblicati i commenti dei terzi. Manca inoltre la prova che Butera fosse consapevole della loro diffamatorietà”. Ossigeno difenderà Fabio Butera nel ricorso in appello con il quale chiederà la sua assoluzione. ASP
Leggi anche:
Cos’è lo Sportello Legale di Ossigeno vedi, che opera in collaborazione con Media Defence
Altri interventi dello Sportello Legale di Ossigeno che fornisce assistenza gratuita e contributi ai giornalisti che non ricevono questo tipo di assistenza dal loro editore
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!