Sicilia. Montante indagato per false accuse a Attilio Bolzoni e Francesco Viviano
Per simulazione di reato, calunnia e diffamazione per aver dichiarato che avevano ottenuto illecitamente le informazioni per lo scoop del 2015 sulle indagini che lo riguardavano
OSSIGENO – 8 NOVEMBRE 2020 – L’imprenditore Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia ed ex vicepresidente nazionale di Confindustria con delega alla Legalità, è indagato dalla Procura di Caltanissetta per simulazione di reato, calunnia, e diffamazione a danno dei giornalisti Attilio Bolzoni e Francesco Viviano, co-autori dell’articolo scoop con il quale, il 9 febbraio 2015 sul quotidiano “La Repubblica”, svelarono all’opinione pubblica che a carico di questo imprenditore era in corso un’inchiesta giudiziaria per mafia. Ne ha dato notizia il 16 ottobre 2020 il quotidiano “La Sicilia”.
A maggio del 2019 l’imprenditore è stato condannato in primo grado a 14 anni di reclusione per associazione a delinquere e corruzione, a conclusione del processo nato dalle indagini rivelate da Bolzoni e Viviano quando Antonello Montante era ancora un prestigioso dirigente confindustriale ed era considerato un campione della lotta alla mafia,
L’articolo della “Sicilia” spiega che questa ulteriore indagine a suo carico è nata dalle dichiarazioni dello stesso Montante secondo le quali il giornalista Bolzoni aveva ricevuto “illecitamente” le informazioni per lo scoop del 2015 in modo “molto plausibile” da un magistrato di Caltanissetta.
Un’inchiesta contro ignoti su eventuali responsabilità dei magistrati di Caltanissetta è stata già archiviata nel 2016. Sulla questione sollevata da Montante la Procura di Catania ha indagato sviluppando parallelamente un altro procedimento, in corso dal 2019, per l’ipotesi di reato di rivelazione di segreto d’ufficio. Quel procedimento era nato della denuncia contro ignoti formulate da una persona condannata insieme a Antonello Montante.
Ossigeno per l’Informazione esprime solidarietà ad Attilio Bolzoni e a Francesco Viviano che, per aver rivelato doverosamente un’informazione di assoluto interesse pubblico, hanno subito intimidazioni e ritorsioni e sono stati chiamati a giustificarsi davanti ai giudici. Ossigeno si augura che la nuova indagine su Antonello Montante contribuisca a chiarire ancora meglio che in questa vicenda i giornalisti hanno agito nell’interesse collettivo e non sono mai stati persecutori ma vittime. ASP
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