Sabaudia. Distrutta l’auto del cronista sociologo Marco Omizzolo
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Ignoti hanno danneggiato la sua automobile durante la notte. Il cronista e sociologo ha denunciato i fatti. “Il mio impegno contro lo sfruttamento continuerà”, ha detto a Ossigeno. Incontro con vertici Fnsi
La mattina di domenica 4 marzo 2018, a Sabaudia, il cronista e sociologo Marco Omizzolo ha trovato la sua automobile danneggiata. È l’ennesima intimidazione contro l’animatore dell’associazione “In Migrazione” che è anche autore di numerose inchieste giornalistiche, pubblicate su testate nazionali e internazionali, sulle agromafie, il caporalato e lo sfruttamento dei migranti nell’agro pontino. “L’intimidazione è rispedita al mittente, ha detto il sociologo a Ossigeno. Noi continueremo a fare il nostro lavoro di cronaca e analisi. Continueremo a costituirci parte civile nei processi contro sfruttatori, trafficanti e caporali”.
La vettura di Omizzolo era parcheggiata sotto la sua abitazione a Sabaudia, in provincia di Latina. Gli ignoti hanno squarciato gli pneumatici, hanno forato il cofano e distrutto un vetro. Inoltre hanno graffiato la parte destra della vettura e scheggiato il paraurti. I danneggiatori hanno agito nella notte tra il sabato e la domenica. Il 7 marzo il sociologo ha presentato denuncia alla stazione provinciale dei carabinieri di Latina, che hanno comunicato la vicenda al Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica per valutare un’eventuale protezione.
Il 15 marzo presso il Comune di Latina si è tenuto un incontro tra Omizzolo, il sindaco Di Latina, Damiano Coletta, e il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti che ha espresso solidarietà al cronista. All’incontro c’erano diversi giornalisti e rappresentanti delle istituzioni di categoria. Solidarietà al ricercatore anche da Eurispes. La magistratura sta indagando per fare chiarezza e capire quale sia il legame tra l’episodio e l’attività di Omizzolo.
I PRECEDENTI – La prima volta che Omizzolo subì un’intimidazione per il suo lavoro di cronista fu nel 2014, quando i tifosi del Latina esposero uno striscione con la scritta “zecche di merda senza dignità” contro di lui e contro il giornalista Roberto Lessio, per aver ricostruito in un articolo su Il Manifesto la rapida ascesa del Latina Calcio, che aveva sfiorato la qualificazione in Serie A, e la carriera politica di Pasquale Maietta, presidente della squadra, i suoi interessi, la grande speculazione che si preparava intorno al progetto di costruire un nuovo stadio. Maietta, parlamentare di Forza Italia, era poi finito al centro di un’inchiesta giudiziaria. Ossigeno si era occupato di Omizzolo per questa vicenda e per un’altra intimidazione che il ricercatore aveva subito ad agosto 2016, quando ignoti danneggiarono la sua vettura (leggi i precedenti).
Come lui stesso ha raccontato, l’intimidazione potrebbe essere legata alla sua attività di denuncia dello sfruttamento dei lavoratori stranieri o, altra ipotesi, l’episodio potrebbe essere opera di “facinorosi di estrema destra, ringalluzziti per il risultato elettorale ottenuto alle ultime elezioni politiche” (leggi).
ALTRI MINACCIATI PER INCHIESTE SUL CAPORALATO – Il caporalato e lo sfruttamento dei migranti nei campi sono temi difficili da trattare sul piano giornalistico perché articoli e inchieste spesso scatenano reazioni violente di caporali e sfruttatori.
Tra i casi censiti dall’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione, c’è quello del cronista de La Stampa, Riccardo Coletti, minacciato ad Asti (Piemonte) nel 2015 per aver condotto – per il giornale torinese – un’inchiesta sullo sfruttamento dei migranti provenienti dall’est Europa per la vendemmia (leggi).
Nel febbraio del 2016, furono minacciati con telefonate anonime e pedinamenti Leonardo Palmisano, scrittore e docente di Sociologia presso l’Università Politecnico di Bari, e Yvan Sagnet, attivista simbolo della lotta al caporalato di manodopera in Italia. Le intimidazioni arrivarono dopo la pubblicazione di Ghetto Italia, un reportage edito da Fandango, sulla questione del caporalato, l’organizzazione del lavoro dei braccianti, e sulle condizioni di vita alle quali vengono costretti i lavoratori stranieri nelle campagne italiane, dal Nord al Sud (leggi).
RDM
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