Roma. DDA scopre piano criminale contro il giornalista Lirio Abbate
Emerge da un rapporto di CC e Squadra Mobile – Sullo sfondo un tentativo di vendicare Fabrizio Piscitelli detto Diabolik
OSSIGENO 2 aprile 2024 – La DDA di Roma ha scoperto un progetto criminale per attaccare alcuni magistrati e il giornalista Lirio Abbate, che vive sotto scorta dal 2007, a causa di minacce di morte di matrice mafiosa subite a più riprese a causa delle rivelazioni contenute nei suoi articoli.
Il piano era stato elaborato da albanesi legati a Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, e la Strega, capo degli ultras della curva nord della Lazio, dopo che ad agosto 2019 egli era stato ucciso al Parco degli Acquedotti di Roma. Raul Calderone è accusato di essere l’esecutore materiale di quell’omicidio ed è sotto processo a Roma.
Il 28 marzo 2024 il quotidiano “La Repubblica”, il giornale per cui lavora Lirio Abbate, ha dato notizia del progetto criminale contro di lui, cita come fonte la nuova informativa firmata dal Nucleo investigativo dei carabinieri e dalla Squadra Mobile della polizia per la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Si tratta di un rapporto sui retroscena dell’assassinio di Fabrizio Piscitelli. Il documento è stato depositato nel processo per l’omicidio del leader degli Irriducibili della Lazio. Gli albanesi a cui si fa riferimento, secondo gli investigatori, hanno una elevata pericolosità sociale.
La ricostruzione dice che gli albanesi più legati a Fabrizio Piscitelli volevano vendicarsi dell’operato di alcuni magistrati e per una inchiesta giornalistica di Lirio Abbate sul nuovo assetto dei poteri criminali a Roma.
OSSIGENO per l’Informazione esprime solidarietà e vicinanza a Lirio Abbate e ricorda che da molti anni l’Italia è il paese europeo con il più alto numero di giornalisti che subiscono minacce più o meno gravi e di giornalisti che vivono sotto scorta, come Lirio Abbate, a causa del lavoro di cronaca con cui portano alla luce verità scomode. Il monitoraggio delle minacce ai giornalisti eseguito dall’osservatorio Ossigeno ha inoltre dimostrato che da anni la pressione intimidatoria sui giornalisti di Roma e del Lazio è più alta che nelle altre regioni italiane. Nonostante tutto ciò, a Roma e nel Lazio non c’è stato il potenziamento del sistema di protezione dei giornalisti che la situazione richiederebbe. ASP
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