Roma. Condannati 4 Casamonica. Nel 2018 presero a sassate tre cronisti
Nello Trocchia, Micaela Farrocco e l’operatore Rai Giacomo De Buono furono aggrediti alla Romanina mentre filmavano l’arresto di un esponente del clan
OSSIGENO xx luglio 2022 – Il 6 luglio 2022 il Tribunale di Roma ha condannato in primo grado quattro esponenti del clan dei Casamonica, nota famiglia criminale della capitale, per l’aggressione avvenuta l’8 maggio del 2018 ai danni dei giornalisti Nello Trocchia e Micaela Farrocco (giornalista di La7) e dell’operatore Rai Giacomo De Buono (leggi qui). Quel giorno, Nello Trocchia e la collega si erano recati alla Romanina, zona periferica della capitale, perché volevano documentare un’imponente azione della polizia, impegnata nell’arresto di persone appartenenti al clan Casamonica-Di Silvio, collegato alla criminalità organizzata romana.
L’ANTEFATTO – Un mese prima in un bar della zona, nel giorno di Pasqua, un’invalida civile e il proprietario dell’esercizio commerciale erano stati percossi e il locale pubblico era stato seriamente danneggiato (qui il video del raid) da due appartenenti al clan dei Casamonica. Il raid aveva provocato indignazione a livello nazionale e per questo motivo il giorno dell’operazione di polizia sul posto erano presenti anche alcuni giornalisti. Fra loro Nello Trocchia, Micaela Farrocco e l’operatore Rai Giacomo De Buono che, mentre filmavano la scena, sono stati aggrediti e minacciati dai familiari degli arrestati. Aggredito e costretto a interrompere le riprese anche un poliziotto, che stava documentando il blitz per le forze di polizia.
IL COMMENTO – Ossigeno diede notizia dell’aggressione (leggi qui). E Nello Trocchia ricorda oggi a Ossigeno come visse quell’aggressione nel 2018: “Trascorsi giorni e notti in attesa di quell’operazione di polizia alla Romanina. Finché quel giorno, l’8 maggio 2018, alle 4 di mattina vidi arrivare gli uomini e le donne della squadra mobile. Io e i miei colleghi documentammo quanto avveniva sotto i nostri occhi (io e la collega Micaela Farrocco) come d’obbligo, come era nostro dovere. Nulla di più. Perché eravamo lì? Perché era successo qualcosa di inconcepibile, di atroce, di inaccettabile per un Paese civile: avevano pestato un barista e una donna, rei di non aver abbassato la testa nel territorio del clan. Quel giorno i Casamonica non gradirono la nostra presenza e lo manifestarono in modo evidente”.
Nello Trocchia poi commenta la sentenza di condanna degli aggressori, arrivata dopo quattro anni: “Mi ero costituito parte civile. Non dichiaro vittoria, non giubilo. Dico solo grazie a chi mi ha sostenuto con la solidarietà e la vicinanza. Ringrazio in particolare il Sindacato unitario dei giornalisti campani, Claudio Silvestri e l’avvocato Giancarlo Visone che mi sono stati vicino”. GB
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