Revenge porn contro il giornalista che denuncia vendette e ricatti online
Indaga la polizia postale per le minacce su Telegram contro Lorenzo Rotella, autore di due inchieste che hanno svelato come vanno le cose
OSSIGENO – 9 MARZO 2021 – Il giornalista Lorenzo Rotella, 30 anni, è stato insultato, minacciato e ricattato con messaggi online per avere denunciato con due inchieste giornalistiche lo squallore e i ricatti che avvengono in rete con il cosiddetto “revenge porn”. Scrivi subito ciò che vogliamo noi, o noi facciamo girare foto tue e delle tue amiche, gli hanno ingiunto. Lorenzo Rotella ha denunciato le minacce ai carabinieri e alla polizia postale, che stanno indagando. Ha oscurato i suoi profili social per tutelare se stesso e i suoi amici, ma afferma: “Non intendo dargliela vinta”.
L’INCHIESTA è stata realizzata frequentando alcuni gruppi del social network Telegram nei quali si pratica il
revenge porn, ovvero la condivisione illecita di immagini private di ex fidanzate o amiche delle quali ci si vuole vendicare perché hanno messo fine a una storia d’amore o che si vogliono semplicemente ricattare per guadagnare. La prima inchiesta è stata pubblicata su LandNews il 26 dicembre 2020 (leggi qui). L’altra, il 26 febbraio 2021 sull’edizione cartacea di Libera Stampa L’Altomilanese e il 28 febbraio sulla versione online del settimanale
milanese (leggi qui),
LE MINACCE – Gli insulti sono arrivati appena Lorenzo Rotella ha rilanciato quest’ultima versione attraverso i suoi profili social. Poi sono arrivate le minacce di rappresaglia, mettendo nel mirino anche i suoi amici.
IL VIDEO – Poche ore dopo, su un profilo falso di Instagram intestato Lorenzo Rotella, è stato pubblicato un video che mostra un uomo mentre si masturba davanti alla fotografia di un’amica del giornalista. Il video ha ottenuto numerosi commenti anche sui gruppi Telegram, con i quali si invitava a imitare il gesto. Lorenzo Rotella ha immediatamente segnalato il profilo falso a Instagram, che lo ha rimosso dopo pochi minuti.
IL GIORNALISTA – «Queste persone si sentono forti e protette all’interno dei propri canali Telegram, fintanto che nessuno ne parla in maniera approfondita. Evidentemente i miei articoli hanno toccato un tasto dolente e perciò pare che vogliano farmela pagare. Ma non intendo dargliela vinta e proseguo con il mio lavoro, anche per chi mi sta vicino. È importante scavare e parlarne, è un fenomeno poco conosciuto e troppo pericoloso. Ogni giorno
sono innumerevoli le vittime inconsapevoli di questo sistema che bisogna fermare e denunciare». GB
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