Reggio Calabria. Cronista protetto dopo spari alla sua auto
Francesco Ventura denuncia da anni il racket delle case popolari e ha subito altre intimidazioni
OSSIGENO 17 Novembre 2023 – Nelle prime ore del mattino del 24 ottobre scorso, a Reggio Calabria, ignoti hanno esploso cinque colpi di pistola contro due automobili in uso alla famiglia di Francesco Ventura, 31 anni, giornalista pubblicista freelance. Le auto, una Yaris e una Opel Agila, erano parcheggiate nei pressi dell’abitazione del giornalista e sono state seriamente danneggiate.
FRANCESCO VENTURA segue da anni il problema delle occupazioni abusive di abitazioni a Reggio Calabria in danno dei legittimi proprietari e assegnatari. Ha svolto una vera e propria inchiesta sugli stretti collegamenti esistenti fra clan criminali rom e la ‘ndrangheta locale. Con denunce alle autorità, audizioni in Comune, note per la stampa da cui sono stati tratti articoli e documentazione varia, svolge dal 2013 questa attività che ha portato a processi e condanne.
Già ad agosto 2023 dopo la pubblicazione di un articolo di StrettoWeb che riferiva la sua denuncia del racket, qualcuno aveva inciso la scritta “Infame” sulla fiancata di una delle automobili poi centrate da proiettili il 24 ottobre. Per quest’ultima intimidazione il giornalista ha presentato denuncia contro ignoti presso la Legione Carabinieri di Reggio Calabria. Per lui è stata rafforzata la protezione (vigilanza generica radiocollegata) delle forze dell’ordine già attivata. La prossima riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza valuterà eventuali ulteriori misure di protezione.
CHI E’ – Francesco Ventura ha studiato giusrisprudenza e, suo malgrado, è diventato un esperto della questione delle occupazioni abusive di abitazioni. Ha collaborato con il quotidiano ‘L’Ora della Calabria’ fino alla chiusura del quotidiano. Lavora come addetto stampa presso un Comune del Reggino.
Nel 2013 la sua famiglia perse la casa popolare di cui era legittima assegnataria (leggi). L’appartamento fu devastato e occupato abusivamente durante l’assenza dei legittimi inquilini. Da lì ha avuto inizio una lunga vicenda giudiziaria che a maggio 2022 ha portato alla condanna in primo grado dei responsabili dell’abuso. Questa disavventura lo ha spinto a occuparsi della questione, a scoprire che le occupazioni abusive sono gestite da un particolare racket mafioso che le riguarda e a denunciarlo attraverso la stampa diffondendo informazioni sulle attività illecite di cosche formate da rom e sulle loro affiliazioni a quelle mafiose.
IL PATTO MAFIOSO – Nel 2016, nel suo saggio “’Ndrangheta foederati”, il giornalista ha ipotizzato un vero e proprio legame criminale fra alcune famiglie rom e clan della ‘ndrangheta. Recentemente questa ipotesi ha trovato conferma nelle indagini del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri che, con il procuratore aggiunto Walter Ignazitto, ha coordinato la maxi operazione giudiziaria ‘Garden’, che ha portato a 27 arresti eseguiti in Calabria, Sicilia, Roma e Milano.
Le cosche di ‘ndrangheta, dice Bombardieri, avrebbero stretto un vero e proprio patto federativo con le famiglie rom. All’inizio erano semplice manovalanza criminale, poi nel tempo il rapporto si sarebbe evoluto. Alcuni appartenenti alla comunità rom avrebbero fornito armi da guerra (mitragliette, fucili e pistole, alcune anche capaci di bucare le auto blindate), in cambio di uno spazio di autonomia e libertà delinquenziale nei rioni cittadini, nelle zone di edilizia popolare, sotto il loro diretto controllo.
IL COMMENTO DEL GIORNALISTA – “Io ho trasformato in un obiettivo professionale e in impegno sociale – racconta Francesco Ventura a Ossigeno – un problema familiare che ancora oggi, dopo tanti anni di calvario, non ha ancora trovato una soluzione certa. Con il mio impegno ho cercato di fare luce sulla questione delle occupazioni abusive, che non riguarda solo la mia famiglia. A Reggio Calabria la conoscono tutti, anche le istituzioni. Ho fatto tanto. Ma solo recentemente si è alzato il sipario. E’ accaduto quando se ne è occupato Klaus Davi. Grazie a lui, improvvisamente il problema è diventato pienamente ‘visibile’. I suoi servizi giornalistici e le sue denunce hanno acceso un faro su ciò che accade nei rioni reggini dove alcune famiglie criminali rom affiliate alla ‘ndrangheta locale comandano e fanno base per i loro affari. Fra le loro attività più redditizie ci sono lo spaccio di droga e il ‘racket’ delle case popolari occupate abusivamente. Il clamore mediatico suscitato da Klaus Davi ha stimolato l’interesse della stampa locale su questo problema. Lo scorso settembre gli hanno rivolto minacce con proiettili inesplosi e hanno anche tentato di aggredirlo (vedi Ossigeno). Un mese dopo a me hanno danneggiato due automobili con cinque colpi di pistola. Credo che le cosche rom abbiano reagito così proprio perché si sono trovate di fronte a un’inedita attenzione mediatica e temono di perdere i loro affari”.
“Per individuare gli autori del gesto intimidatorio che ho subito, io conto sugli inquirenti. Attribuisco al Comune di Reggio Calabria – continua Francesco Ventura -, la responsabilità politica di quanto mi è accaduto. L’immobilismo del Comune ha pesato. Dall’amministrazione comunale non mi è arrivata una parola, né una nota di solidarietà. Questo mi amareggia, come il silenzio di tanta parte della stampa e delle associazioni locali. Eppure oggi l’indagine della procura sui legami fra ‘ndrangheta e criminalità rom mi dà ragione. Credo che sarà appurato che a causare l’ultimo gesto intimidatorio contro di me sono state proprio le mie denunce a viso aperto su certi temi. Ringrazio Ossigeno, il sindacato calabrese dei giornalisti e i colleghi di Stretto Web, che mi hanno espresso stima e vicinanza”, conclude il giornalista.
OSSIGENO esprime solidarietà al giornalista Francesco Ventura per il gesto intimidatorio che lo ha colpito per aver denunciato un fenomeno sociale poco conosciuto e poco indagato, lucroso per un clan mafioso, e chiede alle forze dell’ordine di fare luce sull’episodio e di garantire al massimo livello la sicurezza di questo coraggioso cronista con forme di protezione concrete ed efficaci.
IN CALABRIA da gennaio al 31 ottobre 2023, Ossigeno ha segnalato minacce e intimidazioni nei confronti di 6 giornalisti e operatori dell’informazione. Dal 2012 ne ha segnalati 206. Il contatore dei giornalisti minacciati in Italia, avviato da Ossigeno nel 2006, il 31 ottobre 2023 ha raggiunto quota 6954. I nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online. LT
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