Querele. Respinte accuse ex presidente CRI contro Degni
Per il tribunale, le critiche del giornalista sono legittime, non sono diffamatorie. Deve pagare le spese legali
OSSIGENO 28 aprile 2023 – Il 26 febbraio 2023 il giudice monocratico Francesco Crisafulli del Tribunale di Roma, XVIII sezione civile, ha respinto la richiesta di risarcimento danni avanzata dal governatore del Lazio Francesco Rocca, all’epoca presidente di Croce Rossa italiana, nei confronti del giornalista e divulgatore Cristiano Adolfo Degni.
Rocca aveva citato Degni per diffamazione in relazione ad alcuni articoli e un libro in cui ha raccontato come la Croce Rossa italiana è stata trasformata in un’associazione di diritto privato. Il giornalista è un ex ufficiale dell’Esercito, ha un lungo passato nella CRI e cura il blog Degni.it. Ha criticato l’operato di Francesco Rocca sia in veste di commissario straordinario sia di presidente dell’ente. Il tribunale di Roma ha ritenuto infondate le accuse di diffamazione formulate da Francesco Rocca, che ha condannato a pagare le spese di lite per 3.340 euro.
IL CONTESTO – Nel 2018 Cristiano Degni ha pubblicato una serie di servizi e un libro intitolato “Continuate a chiamarla privatizzazione” sulle vicende della Croce Rossa Italiana che, con il Decreto legislativo n. 178 del 2012, si è trasformata da ente pubblico in associazione privata. Degni ha criticato apertamente la ‘privatizzazione’ e ha ritenuto Francesco Rocca, dal 2008 commissario straordinario e in seguito presidente di Croce Rossa, fra i responsabili di una poco soddisfacente gestione dell’ente. Gli articoli considerati da Francesco Rocca “lesivi del proprio diritto all’onorabilità e alla reputazione”, nonché frutto di “omissione e travisamento dei fatti”, erano stati pubblicati su Facebook, sul sito Degni.it, e sulla testata ‘Il Quotidiano italiano – Bari’, diretta da Antonio Loconte. Degni aveva firmato gli articoli con lo pseudonimo ‘Nicola Banti’, poi aveva rivelato di esserne l’autore.
CRISTIANO DEGNI, assistito dall’avvocato Nicola Soracco, si è difeso invocando la libertà di manifestazione del pensiero e del diritto di critica e rivendicando la verità, quanto meno putativa, dei fatti da cui muovevano i suoi giudizi negativi. Il giudice ha riconosciuto che gli articoli “(…) vanno ascritti alla species del diritto di critica…manifestamente rivolta contro la decisione di privatizzare l’ente Croce Rossa italiana e alle modalità con cui tale decisione è stata concretamente attuata” (…) e che “l’interesse pubblico (…) non può essere messo in discussione (…)”. Inoltre, ha aggiunto, la giurisprudenza “ha da tempo riconosciuto la legittimità di una critica ‘graffiante’, espressa con toni anche forti, polemici o satirici, con il limite dell’attacco personale ingiurioso…”. Infine, “nel bilanciamento tra la libertà di espressione e la tutela dell’onorabilità (….) quanto più il soggetto che si assume diffamato ricopre cariche politiche, o di rilievo pubblico (…) tanto più egli deve tollerare la critica anche aspra e graffiante sul suo operato e sulla sua figura professionale o pubblica (…)”.
IL COMMENTO – “La mia vicenda – ha commentato Cristiano Degni per Ossigeno – è un classico esempio dell’utilizzazione della giustizia come bavaglio: è stata una persecuzione giudiziaria per ridurmi al silenzio. Il tribunale ha riconosciuto che ho esposto fatti veri, che una persona che ricopre una carica pubblica non può essere indenne da critiche, che ho esercitato il diritto di critica, oltre a quello di cronaca. Quella che mi è stata contestata è un’inchiesta giornalistica partita nel 2015 e arrivata al 2023. E non si è ancora fermata. Io continuo a parlare di Croce Rossa anche con il mio ultimo libro. Ho cominciato a fare il volontario nel 1988, non ne faccio una bandiera, è un discorso di sentimenti, nonostante sia stato trattato come il generale Dreyfus – continua Degni -. Inquisito, degradato, allontanato dal servizio solo perché ho raccontato questa nuova Croce Rossa. Mi è stata rivolta l’incredibile accusa che quello che scrivo ‘induce a pensare’!! Ho subito tanti processi civili e penali e la corte marziale (anche quella, per supposta e infondata insubordinazione). Ne ho ricavato tanta amarezza e ci ho rimesso tanti soldi… Perché non c’è nessuno che mi paga le spese, che sono state veramente tante”.
L’Associazione Stampa Romana con un comunicato ha espresso a Cristiano Alfonso Degni “la sua totale solidarietà e vicinanza”.
NEL LAZIO Ossigeno ha segnalato 7 giornalisti minacciati da gennaio a marzo 2023 e 1026 in totale dal 2012. Il contatore di Ossigeno segna 6632 giornalisti minacciati in Italia dal 2006 ad oggi. I loro nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online. LT
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