Querele. Io ho reagito con una denuncia per calunnia, dice Leandro Salvia
La testimonianza del giornalista che ha raccontato la sua vicenda al convegno di Ossigeno “Chi fermerà le querele pretestuose contro i giornalisti?”
OSSIGENO 10 novembre 2023 – Leandro Salvia, collaboratore del Giornale di Sicilia, con l’aiuto di Ossigeno ha deciso di controquerelare per calunnia la sua querelante. “La mia non è una vendetta, è una reazione legittima di fronte al dilagare dalle querele”. In alcuni casi, ha aggiunto, si può controquerelare, io l’ho fatto e “ringrazio Ossigeno che mi sta sostenendo e ringrazio anche l’Associazione della Stampa della Sicilia, di cui sono il vicesegretario provinciale a Palermo”.
Ossigeno ha invitato Leandro Salvia a portare la sua testimonianza diretta al convegno “Chi fermerà le querele pretestuose contro i giornalisti?”, promosso il 27 ottobre in collaborazione con l’OdG Lazio e la Casa del Jazz di Roma per celebrare la giornata mondiale ONU per mettere fine ai crimini contro i giornalisti (IDEI 2023). Il giornalista ha ricostruito la sua vicenda giudiziaria e ha spiegato in che modo la sua esperienza può interessare altri giornalisti.
In sintesi, il giornalista, corrispondente del Giornale di Sicilia da San Cipirello (Palermo), aveva riportato circostanze scomode ma vere in un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia e sul suo blog, e per quell’articolo era stato querelato per diffamazione con l’accusa di avere scritto falsità. La magistratura ha appurato con una sentenza che era stato accusato in malafede e lo ha assolto. Lui ha deciso di denunciare la sua querelante per rispondere di calunnia nei suoi confronti.
Leandro Salvia ha parlato subito dopo il collegamento video fra il convegno di Ossigeno e la commemorazione a Ciaculli (Palermo) di Giovanni Spampinato (leggi).
“Faccio parte dell’Assostampa Sicilia e immaginavo di partecipare alla cerimonia di oggi a Ciaculli – si è presentato il giornalista -, invece sono qui per raccontarvi la mia storia, che fortunatamente si è chiusa con un’archiviazione. Avevo scritto che un’avvocata candidata a sindaco nelle amministrative del mio comune, San Cipirello in provincia di Palermo, aveva avuto incarichi professionali con la precedente amministrazione che era stata sciolta per mafia”.
Il giornalista, che ha ottenuto l’assistenza legale dello Sportello di Ossigeno (vedi), ha ripercorso le tappe del suo calvario: “Io ho subito sei querele per avere scritto di questo scioglimento per mafia del comune, e sono state tutte archiviate. La querelante sapeva che avevo scritto la verità, ma mi ha accusato di aver provocato la sua sconfitta elettorale. Ha chiesto 100 mila euro di risarcimento. Quelle notizie le avevo prese dalla relazione ministeriale pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. C’erano verità, pertinenza e continenza del linguaggio”.
“La polizia, a cui erano state affidate le indagini, mi ha chiesto perché soltanto io scrivevo su queste vicende. Io – ha continuato Leandro Salvia -, ho invitato a chiedersi quanti cronisti sono disposti a passare in procura intere giornate e ad essere interrogati su quello che scrivono, per una paga di 4 euro e 3 centesimi a ‘pezzo’. Quanti sono disposti a farlo sapendo di rischiare tutto questo? Perciò omettono. Il guaio con le querele calunniose come la mia, o con quelle soltanto temerarie, è questo: anche se non riescono a scoraggiare chi come me continua a scrivere perché ha questa tempra, carattere o “incoscienza”, esse scoraggiano altri giornalisti colleghi, che di fronte a questi fatti smettono di raccontare i fatti o edulcorano il racconto dei fatti. Io sono stato colpito perché sono stato citato dalle forze dell’ordine nella relazione che ha portato allo scioglimento del Comune, come una “fonte aperta”. Una parte di quella relazione si basava infatti su articoli di stampa che erano oggetto di approfondimento, ed erano tutti articoli a mia firma. Alle elezioni si è presentata una sola lista, quella della mia querelante che, ho scritto durante la campagna elettorale, aveva avuto rapporti con la precedente amministrazione. Ho scritto solo questo e ho aggiunto che qualora non si fosse raggiunto il quorum ci sarebbero state nuove elezioni. Ho scritto fatti veri, ma per averlo fatto sono stato accusato da questa candidata di averle fatto perdere le elezioni. Mi ha querelato e ha chiesto 100mila euro di risarcimento con la provvisionale. Una cifra che sarebbe stata sproporzionata per chiunque, ma che rispetto al guadagno di un giornalista come me ha mostrato una discrepanza esagerata. A me, alla mia famiglia, gli articoli hanno fruttato solo 20 o 30 euro lordi”.
Leandro Salvia, oltre a svolgere attività giornalistica, organizza incontri formativi nelle scuole. Bisogna spiegare alle nuove generazioni, ha detto, qual è la funzione del giornalismo e insegnare che, nonostante intimidazioni e minacce, vale sempre la pena di fare bene questo mestiere.
Sulle querele e gli atti intimidatori, Salvia ha concluso: “Nel mio territorio sono stati sciolti tre comuni per mafia. Cosa significa per un giornalista? Il messaggio che passa è questo: anche il figlio di un malavitoso può querelarti, è capitato anche a me. E’ un grande problema, più di quando subisci intimidazioni e minacce. Subire un’atto intimidatorio è tremendo, fa paura, ma intorno al minacciato si crea una rete mediatica di solidarietà. Non sei solo. Invece la querela ti isola dagli altri, perché è considerata un fatto privato. Lo è, però ti toglie il sonno”.
“Il problema di contenere le querele intimidatorie, a mio avviso, dovrebbe riguardare anche gli avvocati. Anche loro dovrebbero cominciare a mettere un freno alla presentazione delle querele, perché ormai il loro uso a scopo intimidatorio è enorme. Ormai le usano anche i malavitosi: non vanno più dal picciotto del quartiere a dirgli di bruciarti la macchina in cambio di 50 euro. No, ne danno 200 all’avvocato per querelarti. E’ un problema serio e bisogna cominciare a reagire”. CT – LT
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