Querele bavaglio. UE dà la sveglia ai paesi membri con una direttiva
Nuove norme dedicate a Daphne Caruana Galizia – La Commissaria Jourova chiede di regolare la diffamazione con il codice civile
BRUXELLES, 27 APR 2022 – Stop all’abuso di azioni legali
contro giornalisti e difensori dei diritti civili. Questo
l’obiettivo delle proposte – contenute in una direttiva e una
raccomandazione – presentate oggi dalla Commissione europea. In
base a quanto previsto dalla direttiva, i tribunali potranno tra
l’altro imporre ‘penalità dissuasive’ a chi intraprende azioni
legali manifestamente strumentali, infondate e mirate solo a
tacitare chi, nell’ambito della sua attività professionale,
denuncia abusi, casi di corruzioni e violazioni dei diritti
umani.
“Avevamo promesso di difendere meglio i giornalisti e i difensori dei diritti umani da chi cerca di imporre loro il silenzio e ora lo abbiamo fatto”, ha sottolineato Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea. “In una democrazia – ha aggiunto – ricchezza e potere non possono dare a nessuno il diritto di prevaricare la verità”.
“L’Ue – ha poi aggiunto il commissario alla giustizia Didier
Reynders – si adopererà per proteggere sempre il diritto alla
libertà di espressione e informazione”.
Le proposte presentate oggi costituiscono “passi importanti
per salvaguardare i giornalisti e la società civile dalle
crescenti minacce di pratiche vessatorie” destinate a imporre
loro il silenzio. Per tutelare le vittime di Slapp – l’acronimo
scelto dall’Unione per indicare le vittime di una strategia
basata su attacchi legali per tacitarle – la proposta di
direttiva dà la possibilità ai giudici di dichiarare il non
luogo a procedere nel caso di manifesta infondatezza della
denuncia presentata e, in questo caso, di imporre ai ricorrenti
il pagamento di tutte le spese. Le vittime di Slapp avranno
anche il diritto di richiedere e ottenere una piena
compensazione dei danni materiali e morali subiti. Inoltre, i
Paesi Ue avranno il diritto di non riconoscere le sentenze
emesse da Paesi terzi contro persone domiciliate nell’Ue e
condannate in base a procedimenti ritenuti infondati.
Prima di diventare legge la direttiva dovrà essere approvata
dal Consiglio e dal Parlamento. (ANSA).
Jourova (Ue), a media si applichi diritto civile non penale
‘Oggi iniziativa senza precedenti anche in onore Daphne Caruana’
BRUXELLES, 27 APR – “Raccomandiamo ai Paesi membri” di trattare le questioni relative ai reati a mezzo stampa
“nell’ambito del diritto civile o amministrativo e non più in
quello penale. Credo” che gli strumenti di intervento “siano
comunque sufficienti”. Lo ha detto la vicepresidente della
Commissione Ue Vera Jourova nel corso della conferenza stampa
sulle proposte Ue per proteggere giornalisti e difensori dei
diritti umani dal crescente fenomeno delle strategie
intimidatorie condotte attraverso denunce e azioni legali.
Jourova ha anche sottolineato come quella presentata oggi
sia una “iniziativa senza precedenti” ed anche un “atto dovuto”
in memoria di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese
uccisa a causa delle inchieste condotte sul fenomeno della
corruzione nel suo Paese. (ANSA).
Consiglio d’Europa, minacce a libertà stampa +41% nel 2021
Piattaforma protezione giornalisti riporta 11 casi in Italia
(ANSA) – STRASBURGO, 27 APR – Le minacce alla libertà di
stampa sul continente europeo – che comprendono l’assassinio di
giornalisti, attacchi fisici e verbali e cause legali nei loro
confronti, oltre che leggi che riducono le loro possibilità di
lavorare, e l’indipendenza dei media – sono aumentate del 41%
nel 2021 rispetto all’anno precedente. Il dato proviene dal
rapporto annuale redatto dalle 15 associazioni, tra cui la
Federazione europea dei giornalisti e Reporter senza frontiere,
che gestiscono la piattaforma per la protezione dei giornalisti
del Consiglio d’Europa. L’anno scorso in Europa sono morti
nell’esercizio delle loro funzioni 6 giornalisti – 3 di loro
sono stati assassinati. “I giornalisti sono inoltre sempre più
soggetti ad attacchi fisici, aumentati del 51% nel corso del
2021”, indica il rapporto. Molti di questi attacchi sono
avvenuti durante manifestazioni o proteste contro le misure
prese per il Covid e mostrano “quanto coprire questi eventi sia
divenuto pericoloso per i giornalisti”, si legge nel rapporto.
Sulla piattaforma sono stati inseriti gli attacchi fisici e le
minacce di cui sono stati vittime numerosi giornalisti italiani
soprattutto durante le proteste contro il ‘green pass’. Un altro
dato allarmante riguarda “le minacce attribuite allo Stato o ai
suoi funzionari”, che concernono il 47% dei casi riportati sulla
piattaforma nel 2021. In questa categoria rientrano la legge
varata in Grecia contro le “fake news”, ma anche le cause per
diffamazione e oltraggio a un magistrato in udienza intentate in
Italia contro i giornalisti Lorenzo Tondo e Kelly Duda da parte
di due procuratori, o l’ordine del Tar del Lazio a ‘Report’ di
rivelare le fonti utilizzate per la puntata “Vassalli,
valvassori, valvassini” sulla gestione dei fondi pubblici in
Lombardia andata in ondo il 26 ottobre del 2020. (ANSA).
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!