Querele. Augusta. Aveva ragione il mensile “S”
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Dopo tre anni il Gip di Palermo ha archiviato una querela a carico dei giornalisti Saul Caia e Antonio Condorelli riconoscendo la verità dei fatti
Il 29 novembre 2019 il giudice delle indagini preliminari di Palermo, Guglielmo Nicastro, ha archiviato la querela per diffamazione presentata nel 2016 dall’ex commissario dell’autorità portuale di Augusta Alberto Cozzo, contro i giornalisti Saul Caia, autore di un articolo, Antonio Condorelli, direttore del mensile “S” . Il querelante si era opposto alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero. Il giudice ha riconosciuto la verità dei fatti narrati e la correttezza dell’esposizione.
I giornalisti sono stati assistiti dall’avvocato Marcello Montalbano, legale di fiducia del gruppo editoriale Novantacento ed esperto delle tematiche legate al diritto dell’informazione e al giornalismo d’inchiesta.
L’ANTEFATTO – Nel 2016, il mensile “S” ha pubblicato uno speciale dal titolo “Gemelli d’oro”, curato da Saul Caia, sui rapporti tra Gianluca Gemelli (compagno dell’ex ministro Federica Guidi), Ivan Lo Bello (ex leader di Confindustria) e Alberto Cozzo, indagati in un procedimento, poi archiviato, della Procura di Potenza.
LE ACCUSE – Alberto Cozzo aveva ritenuto diffamatoria la seguente frase, riportata all’interno dello speciale: “Nel corso della gestione commissariale Cozzo, avrebbe favorito alcuni gruppi con i quali, in passato, sarebbe stato in contatto professionale. Avrebbe modificato la concessione rilasciata nel febbraio 2013 alla Poseidon Scarl, per l’utilizzo di 8mila metri cubi del suolo demaniale marittimo per lo stoccaggio merci ed eventuali container o colli da imbarcare, che prevedeva una scadenza nel 2017, ma che il neo commissario avrebbe esteso per la durata di 15 anni. Inoltre avrebbe inserito una clausola che riduce il canone di concessione del 50%. Una carezza fatta a un’azienda di cui Cozzo sarebbe stato legale per oltre due anni, incarico al quale aveva rinunciato, però, prima della nomina ministeriale a commissario straordinario del porto di Augusta”.
IL QUERELANTE – Pertanto Alberto Cozzo aveva querelato l’autore e il direttore responsabile, affermando di aver agito correttamente, avendo segnalato al responsabile Ufficio del Demanio e al responsabile Anticorruzione, di essere “in conflitto di interessi” e di essersi limitato a firmare le delibere in applicazione di una delibera adottata dal Comitato Portuale, che è un organo collegiale. Nella querela aveva inoltre affermato che la Isia di Leto, l’impresa che secondo l’articolo egli avrebbe favorito, non aveva mai operato nel Porto di Augusta.
IL GIUDICE – Il giudice ha fatto osservare che dalla “consultazione del sito web ufficiale dell’impresa emerge al contrario che la stessa aveva intrattenuto rapporti commerciali con l’autorità portuale di Augusta, occupandosi di “preparare la documentazione tecnica e amministrativa con il produttore, Ilva, etc…”.
Il Gip ha inoltre rilevato che l’operato dei giornalisti è legittimato dal diritto di cronaca. “Nel caso di specie ha scritto – può operare la causa di giustificazione del legittimo esercizio del diritto di cronaca, sussistendo i requisiti della verità della notizia pubblicata, della continenza e dell’interesse pubblico all’informazione”. “Quanto al requisito della continenza – si legge nella decisione – valutato l’articolo nella sua globalità, può apprezzarsi, da un punto di vista logico formale, il reiterato utilizzo da parte dell’estensore del condizionale e il ricorso a modalità verbali che mai trascendono in linguaggio offensivo, dall’altro venivano impiegate formule espositive neutre”.
IL DIFENSORE – “Il provvedimento del tribunale – ha commentato l’avvocato Marcello Montalbano – si iscrive nel solco della giurisprudenza più attenta alla tutela del diritto dei cittadini ad essere informati dei fatti di rilievo per la vita di una comunità, riconosce ampia tutela al giornalismo d’inchiesta quale effettivo strumento volto alla diffusione di fatti di rilevo pubblico”.
ASP
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