Il richiamo del presidente Mattarella dopo l’aggressione al cronista Andrea Joly a Torino
“Ogni atto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo” ha detto il capo dello Stato di fronte ai tentativi di minimizzare
OSSIGENO 19 settembre 2024 – Andrea Joly, giovane cronista del quotidiano La Stampa, la notte del 20 luglio è stato aggredito a Torino all’esterno del locale ‘Asso di Bastoni’, frequentato da militanti di circoli di estrema destra. Passando davanti al locale aveva visto che era in corso una festa. Ha fatto qualche foto e ha girato un video con il suo telefono cellulare. Alcune persone lo hanno notato, gli hanno chiesto chi fosse e gli hanno intimato di consegnare il cellulare. Poiché ha rifiutato lo hanno minacciato e colpito con dei calci mentre tentava di allontanarsi, causandogli lesioni e contusioni.
A documentare l’accaduto ci sono i video, pubblicati da ‘La Stampa’. Mostrano il pestaggio. Tre persone circondano Andrea Joly, lo colpiscono e poi lo trascinano a terra. A quel punto si avvicina un quarto personaggio (con la testa rasata) che vibra dei calci mentre da una finestra si sente l’urlo “lasciatelo”.
LE INDAGINI – La Digos e la Polizia, intervenute sul posto, hanno individuato due militanti di CasaPound quali presunti autori del pestaggio. Le successive indagini hanno appurato il coinvolgimento di altre tre persone. Per quattro di loro sono stati disposti gli arresti domiciliari, successivamente confermati dal Tribunale del riesame di Torino. Sono indagati per violenza e lesioni personali con l’aggravante del reato commesso “per agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” che abbiano tra i loro scopi “la discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso”.
I COMMENTI – L’episodio ha suscitato enorme impressione e la dura reazione dell’ Ordine e del sindacato dei giornalisti e di molti esponenti politici. La premier Giorgia Meloni ne ha parlato come di “un atto di violenza che condanno con fermezza e per il quale mi auguro i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile. L’attenzione del Governo – ha detto – è massima e ho chiesto al Ministro dell’Interno Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso”. Alle sue parole hanno fatto eco altri esponenti politici, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo. PD, M5S, FI e altri, hanno denunciato il clima di odio, intolleranza e violenza di stampo neofascista e hanno chiesto lo scioglimento di CasaPound (leggi). Ha suscitato reazioni polemiche il commento del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che il 23 luglio ha condannato l’aggressione e ha aggiunto “ma lui avrebbe dovuto qualificarsi”, presentarsi come un giornalista. Una frase che è stata interpretata da giuseppe Provenzano (PD) come un tentativo di giustificare gli aggressori e di sminuire la gravità dell’episodio.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – Il giorno dopo le dichiarazioni di Ignazio La Russa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, facendo esplicito riferimento all’episodio di Torino, ha ricordato in un discorso al Quirinale che negli ultimi tempi sono diventati più frequenti gli attacchi contro i giornalisti iMpegnati a documentare i fatti, a fornire informazioni com’è loro compito, con un lavoro di interesse pubblico che è garantito dalla legge. Perciò, ha aggiunto, “ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”. “Va sempre rammentato che i giornalisti si trovano a esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’articolo 21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo” e ha aggiunto che “Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”. Il presidente ha preso spunto da “le preoccupazioni e gli interrogativi (…) comprensibilmente numerosi” riguardo alla libertà di informazione, espressi nell’intervento che aveva preceduto il suo, dal presidente dell’Associazione Stampa parlamentare, il giornalista Adalberto Signori.
Quello che segue è il passaggio testuale del discorso di Sergio Mattarella dedicato a questo tema:
“Nella società dell’informazione globale – ha detto Sergio Mattarella – è del tutto superfluo richiamare l’importanza che l’informazione riveste per il funzionamento della democrazia, per un’efficace tutela del sistema delle libertà. La democrazia, infatti è, anzitutto, conoscenza. È contesto nel quale avviene il confronto fra le idee e si esercita il diritto a manifestarle e testimoniarle. Alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e di realtà. Si affianca, in democrazia, anche il diritto a essere informati, in maniera corretta. Informazione, cioè, come anticorpo contro le adulterazioni della realtà. Operare contro le adulterazioni della realtà costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti. La legge Gonella, che ha istituto l’Ordine dei giornalisti, ne dà una rappresentazione pregevole: “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”. Va sempre rammentato che i giornalisti si trovano a esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’art.21 della Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo. Si vanno, negli ultimi tempi, infittendo contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo. Come anche a Torino, nei giorni scorsi. Documentazione di quel che avviene, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Canale di partecipazione e appello alle istituzioni. Per citare ancora una volta Tocqueville, “democrazia è il potere di un popolo informato”. Ecco perché ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica>>.
Il discorso integrale è pubblicato sul sito del Quirinale (leggi)
LT ASP
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