Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Puglia. Proteste per acquisizione tabulati telefonici di giornalista querelato e poi assolto

Disposto su richiesta dei querelanti ipotizzando una fuga di notizie. Violazione inaccettabile per Odg, assostampa e Ossigeno

OSSIGENO 3 dicembre 2024 – Il giornalista pugliese Massimiliano Scagliarini è stato prosciolto da una querela per diffamazione giudicata infondata. Durante il procedimento il pubblico ministero ha acquisito i suoi tabulati telefonici e li ha resi noti a uno dei querelanti. L’Ordine dei Giornalisti della Puglia e l’Assostampa della Puglia hanno definito quest’atto “inaccettabile”. Ossigeno ritiene l’episodio gravissimo disposto in dispregio delle prerogative dei giornalisti e della libertà di stampa e di informazione.

IL PROCESSO – Il giornalista Massimiliano Scagliarini era stato querelato dall’ex magistrato Michele Nardi e dal commercialista Massimiliano Soave che lo accusavano di diffamazione a mezzo stampa per avere rivelato l’esistenza di una indagine giudiziaria avviata dalla Procura di Bari nei loro confronti in un articolo dal titolo «Se non paghi ti spolpano” – Nardi indagato pure a Bari”» pubblicato il 5 agosto 2022 dalla Gazzetta del Mezzogiorno.

I TABULATI TELEFONICI – Durante il processo i querelanti avevano ipotizzato una fuga di notizie da parte di soggetti ignoti che sarebbero tenuti al segreto di indagine. Il pm, violando le procedure che limitano il ricorso a questi accertamenti nei confronti dei giornalisti in quanto titolari del segreto professionale sulla fonti fiduciarie (e che comunque riservano alla competenza del giudice) aveva disposto l’acquisizione dei tabulati telefonici del giornalista, compresi quelli della scheda SIM installata nell’antifurto della sua auto e li aveva consegnati a uno dei querelanti, rendendogli così noti tutti i contatti avuti dal giornalista. Il difensore del giornalista, avv. Roberto Paolo Sisto, aveva protestato e chiesto l’archiviazione.

IL GIORNALISTA raggiunto telefonicamente da Ossigeno ha così commentato: “Se basta denunciare una fuga di notizie, nel mio caso inesistente, per ottenere i tabulati telefonici dei giornalisti allora siamo davvero di fronte a un problema serio che andrebbe affrontato a ogni livello. La violazione del segreto, peraltro, è un reato contro l’amministrazione della giustizia in cui il denunciante non è parte offesa. La giurisprudenza della Cedu, peraltro, ha detto in ogni modo che è illegittimo il tentativo della magistratura di cercare le fonti dei giornalisti. Le garanzie costituzionali dell’attività giornalistica sono un presidio della democrazia e meriterebbero più attenzione anche da parte dei magistrati che, qualche volta, se ne dimenticano”.

I QUERELANTI – Michele Nardi è un ex magistrato condannato a 16 anni e 9 mesi in primo grado per associazione a delinquere finalizzata alla concussione e alla corruzione in atti giudiziari, e a un anno un mese e 10 giorni per calunnia. Massimiliano Soave è imputato per tentato traffico di influenze nell’indagine giudiziaria resa nota dall’articolo di Massimiliano Scagliarini.

L’ARCHIVIAZIONE – Valutati tutti gli elementi, il Giudice per le indagini preliminare ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico del giornalista. I querelanti si sono opposti ma alla fine, a ottobre 2024 il giudice Nicola Bonante ha archiviato con un’ordinanza in cui riconosce l’assoluta correttezza del giornalista, avendo egli esercitato legittimamente il diritto di cronaca.

ATTO INACCETTABILE – Sul caso sono interventi congiuntamente l’Ordine dei Giornalisti della Puglia e Assostampa Puglia che in una nota scrivono: “Si è trattato di atto inaccettabile, lesivo del diritto di cronaca e del diritto alla segretezza delle fonti riconosciuto ai giornalisti. Una pratica cui si ricorre sempre più spesso in più parti d’Italia, facendo carta straccia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’Uomo, che ne ha più volte dichiarato l’inammissibilità. L’auspicio è che tali eccessi possano essere presto adeguatamente sanzionati nelle sedi competenti perché in un Paese democratico a nessuno, neanche a chi indossa la toga, può essere consentito di indebolire il diritto dei giornalisti di informare e il diritto dei cittadini ad essere informati”.  GPA

 

 

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