Prescritta condanna editore per violenza privata a cronista suicida
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A Pietro Citrigno erano stati inflitti 4 mesi. L’imprenditore era il proprietario di ‘Calabria Ora’ e de ‘L’Ora della Calabria’, quotidiani oggi chiusi, nei quali lavorava Alessandro Bozzo
OSSIGENO 23 dicembre 2022 – A metà novembre 2022 la Corte di Cassazione ha decretato la prescrizione della condanna inflitta in due gradi di giudizio all’imprenditore di Cosenza Pietro Citrigno, riconosciuto colpevole di violenza privata ai danni del giornalista Alessandro Bozzo, redattore di ‘Calabria Ora’ e poi de ‘L’Ora della Calabria’, quotidiani chiusi quando erano di proprietà dell’imputato. Il cronista si suicidò con un colpo di pistola il 15 marzo 2013, nella sua casa a Marano Principato, in provincia di Cosenza, a seguito di uno stato di prostrazione causato da un demansionamento professionale e dai comportamenti vessatori dell’editore. Tali circostanze erano state evidenziate nel corso del processo dalla lettura dei diari del cronista, custoditi in redazione e che lo stesso editore aveva consegnato alla famiglia (leggi).
Pietro Citrigno era stato condannato a quattro mesi di pena al termine dei primi due gradi di giudizio (vedi Ossigeno), e si attendeva il verdetto definitivo della Cassazione dopo il ricorso presentato dai suoi avvocati, Saverio Loiero e Salvatore Staiano. Come precisa a Ossigeno l’avvocato Nicola Rendace, il legale della famiglia del cronista, la Suprema Corte aveva dichiarato inammissibile il ricorso, rendendo definitiva la condanna (sarebbe stata la prima a carico di un editore per violenza privata) ma poi, in seguito alla memoria aggiuntiva presentata dai difensori dell’ex editore, ha dichiarato l’intervenuta prescrizione. A metà gennaio 2023 il dispositivo della sentenza.
“Un pugno allo stomaco”. Questo è stato l’annullamento della condanna dell’editore Pietro Citrigno per il giornalista di ‘Repubblica’ Lucio Luca, che ha scritto un libro sulla vicenda di Alessandro Bozzo, “4 centesimi a riga. Morire di giornalismo”, edito da Zolfo con prefazione di Attilio Bolzoni. “Quindi Citrigno – conclude Lucio Luca -, grazie a un’abile mossa dei suoi legali, non sarà mai stato condannato (né assolto) in via definitiva per quell’accusa, nonostante le due sentenze di condanna in primo e secondo grado”.
MARIANNA BOZZO, la sorella del giornalista scomparso, ringrazia Ossigeno e dichiara: “C’è amarezza, ma sono felice di sapere che questa storia non importa solo a noi familiari. Il paradosso è che Alessandro abbia fatto una lunga gavetta da precario. Quando diventò professionista il giornale per cui lavorava lo licenziò. Finalmente ‘Calabria Ora’, con un contratto vero, articolo 1, e poi ancora minacce, violenza privata e ritorno al precariato. Una grande umiliazione, un’ingiustizia scandalosa. Poteva andare diversamente per lui, soprattutto non dovrebbe più essere consentito a nessuno di subire tanto per fare il proprio lavoro”. LT
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