Pescara/Spaccio Aggredita troupe Striscia la notizia
Calci a Vincenzo Rubano (guaribile in 15 giorni) mentre le forze ordine eseguivano dei fermi. I filmati consegnati ai Carabinieri
Il 26 settembre 2019 Vittorio Brumotti e la troupe del programma televisivo Striscia la Notizia sono stati aggrediti nel quartiere Rancitelli di Pescara mentre realizzavano un servizio video sullo spaccio di droga. Ad avere la peggio, questa volta, è stato il collaboratore di Brumotti, Vincenzo Rubano, giornalista professionista, preso a calci durante l’aggressione. I medici dell’ospedale di Pescara ha repertato ferite guaribili in 15 giorni. Il video dell’aggressione è andato in onda il 30 settembre 2019, durante la puntata di Striscia la Notizia (guarda).
In quello stesso quartiere, nel febbraio 2019, era stato aggredito il giornalista Daniele Piervincenzi.
Per due giorni la troupe ha filmato di nascosto alcune persone che si avvicinavano agli spacciatori fingendosi di volere acquistare delle dosi. Il terzo giorno la troupe è uscita allo scoperto per filmare le forze dell’ordine che eseguivano il fermo di alcuni spacciatori negli appartamenti in cui operavano. Mentre l’operazione delle forze dell’ordine era ancora in corso, alcuni persone si sono scagliate contro gli inviati e gli operatori di Striscia. Prima li hanno insultati e minacciati; poi hanno preso a calci Rubano e hanno tentato di strappare la telecamera dalle mani dell’operatore.
Polizia e Carabinieri hanno scortato l’inviato e gli operatori fino alla loro auto e hanno accompagnato Rubano all’ospedale di Pescara dove è stato medicato.
La troupe ha consegnato i filmati dell’aggressione ai carabinieri della cittadina abruzzese.
“Spero che chiunque guardi il (nostro) video – ha scritto Rubano su Facebook il 30 settembre – smetta di sentirsi spettatore e inizi a sentirsi cittadino. Cittadino impegnato per la legalità, per la cultura, per il riscatto sociale dei quartieri “difficili”. Nessuno si senta escluso. Con Vittorio Brumotti volevamo semplicemente accendere i riflettori su un rione trasformato in un enorme droga market, volevamo dare voce a tanti cittadini perbene costretti a vivere tra spacciatori e degrado, volevamo riappropriarci di un luogo abbandonato, volevamo trasformare la paura dei residenti in speranza. Non è possibile chiudere gli occhi dinanzi ad una situazione così triste: perché anche se si prova a nasconderla, la realtà continua ad esistere”.
RDM
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