Perugia 3 aprile. “Giornalismo e diritti umani” al Festival
Come sviluppare il tema all’interno dei giornali con il Piano d’Azione Nazionale Quinquennale 2016-2021. Con Ossigeno, il ministro Petri e docenti universitari
Mercoledì 3 aprile a Perugia, nell’ambito del Festival Internazionale del Giornalismo, dalle ore 17 alle ore 18 nella Sala dei Priori dell’Hotel Brufani, si parlerà di “Giornalismo e diritti umani”. Durante l’incontro sarà illustrato un progetto per rendere più familiari al mondo dell’informazione le norme, i trattati, le regole universalmente accettate, che rendono la libertà di stampa e quella di informazione un connotato irrinunciabile della democrazia. Regole storiche ancora non applicate da molti paesi e continuamente insidiate dal potere, anche nel mondo democratico. Ne parleranno il Ministro plenipotenziario Fabrizio Petri, che presiede il CIDU (Comitato Interministeriale per i Diritti Umani), il giornalista Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno per l’Informazione, e le professoresse Angelica Bonfonati dell’Università di Milano e Laura Guercio, dell’Università di Perugia.
“Il Comitato Interministeriale per i Diritti Umani – si legge nel testo di presentazione del panel – ha nel corso degli anni notato una generale mancanza di attenzione e di conoscenza tecnica sul tema dei diritti umani. Tali mancanze sono emerse di recente in tutta la loro ampiezza, ad esempio, in occasione delle celebrazioni per i 70 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dello scorso 10 dicembre. Al riguardo si è pensato, d’intesa con l’Associazione “Ossigeno per l’Informazione”, che si potrebbe usare il volano del Piano d’Azione Nazionale Quinquennale 2016-2021 su Impresa e Diritti Umani per favorire, su base volontaria, la formazione in questa materia del personale delle imprese che operano nel campo dei media. In effetti, tanto i giornali quanto le televisioni o le radio sono “imprese” e come tali rientrano nel campo d’azione del Piano Nazionale, nel quale, durante la revisione dello scorso anno, è stata introdotta proprio una misura ad hoc a tal fine. Naturalmente – si specifica infine – la formazione deve intendersi toccare tutti i principali aspetti dei diritti umani, a cominciare dai documenti fondanti, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Soprattutto va compreso che si tratta di favorire un lavoro di carattere anche culturale, che possa consentire una progressiva trasposizione dei principi riconosciuti dalle principali convenzioni in tema di Diritti Umani ratificate anche dal nostro Paese in effettivi diritti goduti da tutti gli individui”.
Rdm
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