Peppino Impastato ucciso 46 anni fa a Cinisi. Certo che era divisivo, dice la nipote
Era schierato politicamente e contro la mafia – Il ricordo di Luisa Impastato – Convegni e cortei per ricordarlo – La sua storia su www.giornalistiuccisi.it
OSSIGENO 8 maggio 2024 – Sono trascorsi quarantasei anni dall’assassinio mafioso di Giuseppe Impastato, per tutti Peppino. Aveva trent’anni. Era un militante politico di sinistra, un cronista autodidatta che ridicolizzava i capimafia del suo paese sulle onde di una radio locale fondata da lui stesso. Fu ucciso a Cinisi, un paese in provincia di Palermo, adiacente alle piste dell’aeroporto di Punta Raisi. Accadde il 9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui tutta l’Italia fu sconvolta dal ritrovamento, a Roma, del corpo senza vita dell’onorevole Aldo Moro, sequestrato 55 giorni prima dalle Brigate Rosse.
Il corpo di Peppino fu trovato sui binari della ferrovia. Era ridotto a brandelli. I sicari mafiosi cercarono di far credere che fosse rimasto ucciso mentre preparava un attentato terroristico. Volevano farlo passare per terrorista. Furono i compagni di Peppino a impedirlo. Non fu impresa facile.
Solo nel 2001 la Corte d’Assise di Palermo mise fine ai depistaggi e stabilì che Peppino fu ucciso per ordine dei capimafia Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti perché la sua Radio Aut, il suo programma “Onda pazza”, il suo sarcasmo corrodevano la loro immagine e il consenso al loro potere.
“Peppino era la spina nel fianco dei mafiosi locali”, ha detto lo scorso 3 Maggio (vedi il video) la nipote di Peppino, Luisa Impastato che è la presidente di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato di Cinisi, intervenuta al convegno di Ossigeno per l’informazione in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa. “Peppino – ha ricordato – fondò una emittente radiofonica nel suo paese sperimentando, da vero innovatore, nuove forme di narrazione per combattere la mafia, adoperò la satira e l’ironia per fare inchiesta e denuncia”, e per questo fu ucciso.
Ossigeno ricorda Peppino Impastato nel Pannello murale della memoria (vedi) e sul sito www.giornalistiuccisi.it dove da oggi, insieme alla ricostruzione del lungo iter processuale e a una ricca documentazione, si può leggere integralmente anche il ricordo che ha fatto di lui Luisa Impastato. (leggi)
LA NIPOTE – “Peppino ha scelto di lottare contro il potere criminale mafioso partendo da una posizione scomoda perché egli stesso era figlio di un mafioso. La sua è quindi una storia di rottura”, ha detto la nipote. La sua figura è tanto più complessa, racconta, perché “non solo si schierò dalla parte dell’antimafia, ma anche dei diritti, dell’antifascismo, dell’ambientalismo, istanze sociali che lo resero divisivo. E lo è ancora oggi (per fortuna!), come dimostra la vicenda degli studenti di un Liceo di Partinico che avrebbero sostenuto di non voler intitolare il loro istituto alla memoria di Peppino e della madre Felicia. Un caso che da un lato ci ha amareggiato, dall’altro è stata una occasione in più per continuare il nostro impegno, convinti che i ragazzi vadano sempre ascoltati e mai strumentalizzati”.
Peppino Impastato fu anche uno scrittore, un cronista “che faceva dell’informazione una forma di resistenza. Per questo mi fa piacere che sia annoverato da Ossigeno tra i giornalisti italiani uccisi nonostante lui non fosse ufficialmente un giornalista. Ricevette la tessera dall’Ordine dopo la morte, con la data 9 maggio 1978”, ha inoltre sottolineato Luisa Impastato.
FELICIA IMPASTATO – Nonostante siano trascorsi oltre quattro decenni, oggi il cronista di Cinisi, diversamente da altri giornalisti uccisi, è conosciuto in tutta Italia, soprattutto tra i più giovani. “È una figura simbolica – ha detto Luisa Impastato – perché ha lottato per una società libera dalle oppressioni e dalle ingiustizie sociali. Se Peppino continua a ispirare l’impegno di tante e tanti si deve a chi ha continuato a raccontare la sua storia per difendere la sua memoria, in particolare a sua madre Felicia. La cultura mafiosa l’avrebbe voluta in silenzio a piangere suo figlio nelle mura di casa, lei invece scelse di aprire quelle porte e di continuare a raccontare il suo Peppino, riuscendo da un lato ad ottenere la verità giudiziaria per il suo omicidio, dall’altro a riscattare la storia del figlio, consegnandola alle generazioni successive”.
INIZIATIVE – In occasione di questo anniversario è ricco il calendario di iniziative promosso da Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. Dopo la partecipazione della presidente al convegno di Ossigeno il 3 Maggio, le manifestazioni a Cinisi si sono inaugurate domenica 5 e proseguono fino al 9 Maggio con dibattiti, forum, concerti e una marcia. In particolare sarà assegnato il Premio Peppino Impastato XIV edizione al documentario “male nostrum” di Fabio Masi, realizzato in collaborazione con Amnesty International. Il 9, poi, si svolgeranno al mattino il tradizionale presidio al Casolare dove è stato ucciso Peppino Impastato e nel pomeriggio il corteo da Radio Aut (Terrasin) a Casa Memoria (Cinisi) (approfondisci).
VAR
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