Parroco minaccia il boicottaggio di Metropolis
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Il caso a Torre Annunziata (Napoli) dove il giornale aveva segnalato le “strane soste” della processione. La procura indaga
Il parroco della Basilica Ave Gratia Plena di Torre Annunziata (Na), don Raffaele Russo, ha minacciato di invitare i fedeli a “di non acquistare più il giornale Metropolis”. Il sacerdote lo avrebbe detto (come riporta un articolo di Raffaele Schettino, direttore della testata) davanti a un ristretto gruppo di persone. Poi, ha ribadito la minaccia in una telefonata con la giornalista Giovanna Salvati, autrice dell’articolo di Metropolis che aveva irritato don Russo.
Il 22 ottobre 2019 Giovanna Salvati aveva riferito che, in occasione della festa del patrono di Torre Annunziata, il quadro della Madonna della Neve, portato in processione aveva fatto delle “soste” sospette, una volta giunto nel Quadrilatero delle Carceri, un quartiere dove vivono numerosi esponenti del clan Gionta, molti dei quali con alle spalle la detenzione. Le soste erano state tanto numerose da indurre il dirigente del Commissariato cittadino, Claudio De Salvo, che seguiva i fedeli, a chiedere di non compierne altre. Inoltre su quelle “soste” è stata aperta un’ inchiesta della Procura.
La giornalista e un fotografo seguivano la processione e hanno ripreso lo scambio tra il parroco e il commissario, documentando l’accaduto sul giornale. Il giorno seguente – ha raccontato a Ossigeno Giovanna Salvati – mi ha chiamato il parroco sostenendo che avevamo pubblicato notizie inesatte, precisando che non avrebbe fatto più comprare Metropolis. Lo stesso giorno – ha poi aggiunto la giornalista – ho avvertito telefonicamente il commissariato di Torre Annunziata dell’accaduto e il giorno seguente, il 24 ottobre, sono stata convocata in commissariato per il verbale.
Sul caso sono intervenuti il SUGC e l’Unci, chiedendo al vescovo di intervenire su un episodio che ritengono gravissimo.
“Il giornale che dirigo – ha concluso il direttore Schettino – è esposto a continui attacchi, siamo additati come ‘nemici della comunita’, del territorio; c’è un clima che porta a diffidare dei giornalisti”.
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