Parma. Freelance querelato e assolto. “La Repubblica” paga le sue spese legali
Il giornalista Mauro Delgrosso, collaboratore dell’edizione di Parma del quotidiano “La Repubblica”, querelato da un’azienda industriale di Borgo Val di Taro, è stato prosciolto dalle accuse dopo tre anni di processo. Il giudice ha stabilito che l’articolo per cui è stato querelato “non costituisce reato”, è un legittimo diritto di cronaca, una “fotografia” della situazione e delle preoccupazioni sanitarie e ambientali all’epoca dei fatti
OSSIGENO – 4 aprile 2021 – di Laura Turriziani – Il fatto addebitato non costituisce reato. Il giornalista freelance Mauro Delgrosso, collaboratore del quotidiano “La Repubblica” (edizione di Parma), querelato da un’impresa della zona di Borgo Val di Taro, che chiedeva la sua condanna per diffamazione a mezzo stampa e un risarcimento danni di 150 mila euro, è stato assolto dal Tribunale di Parma con questa formula piena dopo un processo penale che è durato oltre tre anni.
LA SENTENZA emessa il 14 dicembre 2020 dalla giudice Beatrice Purita stabilisce che l’articolo di Mauro Delgrosso ritenuto diffamatorio dalla società ceramica Laminam S.p.A ha riferito correttamente (ha fotografato) quella la situazione ambientale e sociale contingente intorno all’azienda industriale di Borgo Val di Taro, quella che era al momento della pubblicazione: in quel momento era ritenuta più grave di quanto successivamente accertato dalle analisi tecniche.
SPESE LEGALI – In questo processo il giornalista si è difeso a sue spese, senza intervento dell’editore, e alcune spese sono rimaste a suo carico nonostante l’assoluzione. Tuttavia a marzo del 2021, quando è stato informato dell’accaduto da Ossigeno per l’Informazione, l’Ufficio legale del gruppo editoriale GEDI, ha chiesto scusa al giornalista e ha provveduto a farsi carico delle spese di difesa sostenute e da sostenere. In questa occasione, i legali del gruppo editoriale hanno ribadito l’impegno della GEDI a sostenere le spese legali di tutti i giornalisti dipendenti e collaboratori querelati a causa della pubblicazione di un articolo.
AVVISO AI CRONISTI GEDI – Ossigeno ha accolto con piacere questo importante chiarimento ed è lieto di renderlo pubblico per farlo fare conoscere a tutti i cronisti che collaborano con il Gruppo Gedi, perché la vicenda di Mauro Del Grosso fa capire che non tutti gli interessati ne sono a conoscenza.
LA VICENDA – E’ il 7 giugno del 2017 quando i l quotidiano “La Repubblica, edizione di Parma, e online parma.repubblica.it) pubblicano un articolo in cui Mauro Delgrosso descrive (“fotografa” dice efficacemente la sentenza) l’allarmante situazione esistente a Borgo Val di Taro (PR): riferisce un allarme sanitario attribuito alle gas provenienti dallo stabilimento che produce lastre ceramiche di grandi dimensioni per architettura, interni, design e arredo.
ODORE SGRADEVOLE – Nei primi mesi del 2017 a Borgo Val di Taro sono stati segnalati diversi casi di allergie e di problemi respiratori soprattutto nella popolazione infantile e negli anziani con patologie. Il pronto soccorso è allertato, l’Ausl si muove, i pediatri confermano i malesseri. Qui, sull’Appennino tosco-emiliano, l’aria è buona. Ma da un po’ di tempo in paese si avverte un odore sgradevole. Proviene della fabbrica Laminam S.p.A. La società con partnership e mercati in Europa e nel mondo, da lavoro a un centinaio di persone tra dipendenti, interinali e indotto. E’ una grande risorsa per l’economia e l’occupazione nella zona.
LA SALUTE – Ma, si chiedono i borgotaresi in quei mesi, quale impatto ha avuto questo brutto odore sulla nostra salute? Molti cominciano a imputare alle esalazioni i loro malesseri. I borbotterai organizzano manifestazioni pubbliche, si riuniscono comitati cittadini di protesta. I toni si accendono. L’Ausl conferma i casi di malessere. Il sindaco Diego Rossi, per calmare gli animi, non esclude di chiedere alla fabbrica di fermarsi se i sospetti di danno sanitario malauguratamente risulteranno fondati.
L’ARTICOLO – L’articolo di Mauro Delgrosso pubblicato il 7 giugno 2017 “Caso Laminam, estate rovente: cassa integrazione e stop alla produzione” ripercorre i fatti e dà notizia che la società ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali per diversi dipendenti poiché è necessario fermare la produzione per consentire al Comitato tecnico scientifico che è stato nominato di accertare qual è la situazione e di trovare soluzioni tecnologiche al problema delle emissioni.
LA QUERELA – La Laminam S.p.A. reagisce male a quell’articolo. Due settimane dopo, il 22 giugno, presenta formalmente la querela contro l’autore dell’articolo (soltanto contro di lui, senza coinvolgere il direttore responsabile né l’editore). L’accusa è diffamazione a mezzo stampa. Il legale rappresentante dell’azienda Alberto Selmi, assistito dall’avvocato Massimo Penco del Foro di Milano chiede, “previa dichiarazione di penale responsabilità”, anche la condanna al risarcimento dei danni quantificati in 150 mila euro più le spese legali.
LE PERIZIE – Dopo tre anni, il problema del cattivo odore causato dalle procedure di colorazione delle mattonelle è rimasto. Gli accertamenti del Comitato tecnico-scientifico (in collaborazione con CNR e Istituto Superiore della Sanità) hanno escluso che le esalazioni provenienti dalla fabbrica abbiano effetto dannoso sulla salute della popolazione (almeno sui lavoratori). Ma è tuttora in corso un procedimento penale per approfondire la questione.
L’ASSOLUZIONE – Dopo le perizie e diverse udienze, il 14 dicembre del 2020 il processo a Mauro Delgrosso si è concluso. La giudice Beatrice Purita ha emesso una sentenza di assoluzione con formula piena. In breve: il giornalista ha esercitato il diritto di cronaca “fotografando” la situazione per come si presentava, basandosi sui fatti all’epoca noti e sulle pubbliche dichiarazioni, mai smentite anzi confermate, dei locali organi competenti. Ha fatto ciò che deve fare doverosamente un cronista. Ma ci sono voluti una sentenza, 3 anni e mezzo di tempo, migliaia di euro di spese legali per riconoscerlo sul piano giudiziario.
LE VALUTAZIONI DEL GIUDICE – “Occorre analizzare l’articolo – scrive la giudice Beatrice Purini nella sentenza – nel quadro della situazione esistente (…) al momento della pubblicazione (…). Nulla quaestio sulla pertinenza della notizia, da correlarsi all’interesse pubblico all’aggiornamento sugli sviluppi di una vicenda che all’epoca era di centrale rilievo sociale… Quanto al requisito della verità (…) non è scorretto il riferimento alla circostanza che l’impresa avesse avviato la cassa integrazione (…) trattandosi di ciò che era effettivamente accaduto (…) Se si legge l’articolo con gli occhi di allora, pare una forzatura ritenerlo frutto di un intento diffamatorio ed esorbitante dal perimetro di verità tracciato dal diritto di cronaca”. Un unico appunto a Mauro Delgrosso avrebbe dovuto evitare il termine “scientifico” correlato all’accertamento del “problema sanitario” e usare più correttamente il termine “empirico”.
IL DIFENSORE – L’avvocato Cantoni, difensore del giornalista, ha detto che questa sentenza ha fatto “un importante riconoscimento della libertà di stampa, in particolar modo il riconoscimento della correttezza dell’operato del giornalista, che altro non ha fatto che descrivere gli accadimenti da lui conosciuti ed accertati”.
IL GIORNALISTA – Mauro Delgrosso è un giornalista pubblicista, il giornalismo non è la sua attività principale, ma la svolge con competenza e passione sociale. Ha raccontato a Ossigeno: “Mi ero limitato a fare il cronista, costruendo l’articolo non su mie valutazioni o ipotesi personali, non su “vox populi” generiche, ma su una serie di evidenze documentali, di testimonianze attendibili e di fatti oggettivi. Io faccio il giornalista, non l’indovino. In quei giorni un problema per le esalazioni della fabbrica di mattonelle c’era, era evidente e comprovato. Dopo il mio articolo, forse grazie anche all’azione della stampa, la situazione è migliorata. Ma, ben inteso, la situazione è migliorata soltanto dopo. Ecco perché non ho accettato quella querela e mi sono difeso” (leggi la sua dichiarazione integrale). Dopo la sentenza di assoluzione, il giornalista ha pubblicato le sue riflessioni sulla vicenda sul quotidiano online parmadaily.it
Delgrosso si è difeso con un suo avvocato di fiducia, e dovrà accollarsi la sua parte di spese legali. Quando chiese aiuto al giornale, con cui collabora da anni, non ottenne risposta.
In questi anni ha avuto attestazioni di solidarietà da suoi colleghi di Repubblica e di altre testate, dalla comunità e dalle associazioni ambientaliste. LT
Leggi la testimonianza di Mauro Del Grosso per Ossigeno:
Monologo di un cronista di provincia in pena per una querela infondata
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