Parlare di mafia a scuola. Bonus legale di Ossigeno al giornalista José Trovato
OSSIGENO 30 novembre 2024 – Lo Sportello Legale di Ossigeno vedi in collaborazione con Media Defence fornisce assistenza legale gratuita ai giornalisti e blogger in difficoltà a causa di azioni legali promosse pretestuosamente in relazione al loro lavoro. Lo Sportello ha ora concesso un contributo in denaro a copertura delle spese legali sostenute dal giornalista José Trovato, direttore del quotidiano online EnnaOra.it , che dopo aver parlato di mafia agli studenti di una scuola (leggi) , è stato colpito da due querela per diffamazione che apparivano infondata e tali si sono rivelate. In questo testo, scritto per Ossigeno, il giornalista racconta la sua vicenda, simile a quella di molti giornalisti italiani bersaglio di querele temerarie, SLAPP e altre ritorsioni per avere parlato di argomenti tabù o rivelato verità scomode.
di José Trovato – Innanzitutto ringrazio Ossigeno per l’Informazione che mi ha aiutato a sostenere le spese legali di un procedimento penale che mi ha creato grande tensione. Ora che ne sono uscito prosciolto lo posso raccontare.
Nell’aprile del 2023, in veste di giornalista e autore di inchieste sulle organizzazioni mafiose attive in provincia di Enna, insieme all’allora dirigente del commissariato di Nicosia, un deputato regionale sotto scorta per le minacce della criminalità, ho incontrato gli studenti dell’Istituto Duca d’Aosta di Troina.
In quella sede, rispondendo a una specifica domanda sulla situazione della criminalità organizzata di un paese vicino, feci nome e cognome di una persona condannata per mafia, perché in un minuscolo centro della provincia di Enna ospitò tra gli anni ’80 e ‘90 uno dei più pericolosi e sanguinari boss di Cosa Nostra, ovvero Giuseppe ‘piddu’ Madonia.
Aggiunsi dell’altro su alcune denunce pubbliche frutto di una mia inchiesta giornalistica sulle infiltrazioni mafiose negli appalti dell’Ennese, senza fare nomi e cognomi giacché, come sappiamo bene, ai giornalisti spetta il compito di ricostruire fatti circostanziati (e ho circostanziato perfettamente) ma senza attribuire responsabilità penali, compito che spetta all’autorità giudiziaria.
Appresi poi che alcuni studenti avevano registrato il mio intervento e in maniera a mio modo di vedere incomprensibile – bisognerebbe interrogarsi sull’educazione alla legalità e sui disvalori che evidentemente vengono trasmessi dalle famiglie – lo avevano fatto ascoltare a quell’uomo condannato per mafia.
In breve ho dovuto fare i conti: con una minaccia, su cui non posso dire troppo perché è oggetto di un provvedimento di tutela nei miei confronti disposto dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica; con un intervento sui social semiserio, ma intriso di linguaggio mafioso, firmato dal familiare di uno di quei ragazzi; e con due querele per diffamazione. Due querele infondate da cui mi sono dovuto difendere e da cui, infine, sono stato prosciolto.
Il giudice ha stabilito che ciò che ho detto a scuola, in occasione dell’incontro con i ragazzi, costituisce “mera espressione del diritto di critica (…) idoneo, in quanto tale, a richiamare una comprensibile e oggettivamente apprezzabile attenzione dell’opinione pubblica”. Ringrazio l’avvocato Salvatore Timpanaro per l’ottimo lavoro svolto, il Tribunale di Enna che ancora una volta ha dato prova di applicare le leggi in maniera rigorosa e attenta, e ancora l’Osservatorio di Ossigeno per l’Informazione per la tutela legale offerta. Josè Trovato
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