Paragonò la Casaleggio srl a una setta. Per giudice è diritto di critica
Carlo Vulpio lo disse in un programma televisivo, criticando il forte potere della società e della Piattaforma Rousseau sui parlamentari del M5S. Per il giudice ha riferito “circostanze reputate vere all’epoca dei fatti”
OSSIGENO 16 giugno 2022- Il Tribunale civile di Trani (Bat) con sentenza del 9 maggio 2022, ha respinto la richiesta di 50 mila euro di risarcimento danni per diffamazione avanzata dalla società Casaleggio Srl al giornalista Carlo Vulpio (inviato del ‘Corriere della Sera’) e all’emittente pugliese Tele Dehon. Il giudice ha inoltre condannato la società Casaleggio Srl a pagare cinquemila euro di spese legali totali al giornalista e all’emittente Tele Dehon.
IL FATTO – Durante il programma televisivo ‘Speaker’s corner’ del 30 gennaio 2019 (vedi), il giornalista aveva definito la Casaleggio una “setta” che fra le altre cose impone ai parlamentari grillini il pagamento di somme di denaro (leggi).
II GIUDICE Elio Di Molfetta ha stabilito che non è diffamatorio affermare che il M5S è «proprietà privata di una ditta commerciale che attraverso una piattaforma informatica comanda come dei burattini 338 parlamentari», né paragonare la Casaleggio Associati al clan dei Casalesi o descrivere i grillini come una “setta”.
LA SENTENZA – Non si tratta di diffamazione, ma di una legittima critica. E’questa la tesi del tribunale di Trani, per il quale il giornalista «si è limitato a riferire circostanze reputate vere all’epoca dei fatti». Quando Carlo Vulpio ha affermato «che tutte le decisioni formalmente ascrivibili al “Movimento 5 Stelle” sono o sono state vagliate e assunte attraverso la Piattaforma Rousseau gestita dall’Associazione Rousseau di cui sarebbe “dominus” (…) Davide Casaleggio, al contempo legale rappresentante della Casaleggio Srl e creatore della piattaforma, e che i parlamentari eletti nelle liste del “M5S” sembrano “burattini” alle direttive della società (…) ha esposto, con un linguaggio colorito, una narrazione dei fatti (…) legata ad opinioni personali (…) esercitando il suo diritto di critica nell’interesse dell’opinione pubblica alla conoscenza non del fatto oggetto di critica, ma di quella interpretazione del fatto».
IL GIORNALISTA – “Uno a zero e palla al centro. – ha dichiarato a Ossigeno Carlo Vulpio, commentando la sentenza – La Casaleggio & Associati, proprietaria del partito M5S, mi ha chiesto 50mila euro perché ho paragonato i suoi metodi a quelli di un’organizzazione verticistica che comanda come burattini le 338 persone fatte eleggere in Parlamento. Invece ha perso la causa ed è stata condannata a pagare le spese legali”. Il giornalista è stato difeso dall’avvocato Vincenzo Giancaspro.
SOLIDARIETA’ – Ossigeno per l’informazione si è occupata in altre occasione di Carlo Vulpio (vedi) ed esprime pubblica solidarietà per questa vicenda che si è conclusa positivamente perché il giudice ha ravvisato che rientrasse nella tutela della libertà di espressione e di critica politica, fondata su basi veritiere. LT
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