Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Palermo. Archiviazione per Riccardo Campolo querelato da funzionario del Comune

Il giornalista Riccardo Campolo parlò della presunta lottizzazione abusiva di alcuni terreni, vicenda per la quale il querelante è stato poi condannato in primo grado

OSSIGENO 16 marzo 2021 – La gip di Palermo Claudia Rosini, accogliendo le richieste della Procura di Palermo, il 25 gennaio 2021 ha chiuso il procedimento contro il giornalista Riccardo Campolo, cronista di PalermoToday, archiviando la querela dell’architetto Mario Li Castri, funzionario del comune siciliano, che si riteneva diffamato da un articolo sulla presunta lottizzazione abusiva di alcuni terreni a causa di quella che la procura e il tribunale hanno definito una mera inesattezza, facendo notare che l’interessato non aveva neppure chiesto la rettifica.

IL GIORNALISTA – “Ci sono voluti tre anni per chiudere questo procedimento nato da una querela che ho ritenuto pretestuosa perché – ha dichiarato Campolo ad Ossigeno – non era fondata su argomenti solidi ma mossa da un altro obiettivo: impedire a me, a un cronista, di raccontare i fatti ed esercitare il diritto di cronaca e di critica. Ho atteso pazientemente di non dovermi più sentire sotto processo per aver fatto il mio lavoro. Sono soddisfatto per ciò che è stato chiarito: non sono state fatte ricostruzioni fuorvianti né sono state fornite “rappresentazioni giornalistiche” ma raccontati dei fatti – documentati a dovere – rispettando i principi di verità, continenza e pertinenza”.

LA QUERELA – Il 16 febbraio del 2018 Campolo firma un articolo dal titolo “Cemento pazzo a Mondello” sullo svolgimento del processo in corso per la presunta lottizzazione di alcuni terreni, processo che vede Li Castri imputato in concorso con altri. Il funzionario è stato poi condannato in primo grado dal tribunale insieme ad altri imputati ed il processo è ora pendente in appello. Li Castri querela il giornalista (difeso dall’avvocata Monica Genovese) perché gli avrebbe “falsamente attribuito la qualifica di dirigente esterno all’Edilizia privata e al Suap sin dai tempi in cui sarebbe iniziato l’illecito edilizio”. Avrebbe anche “falsamente affermato…l’esistenza di una correlazione tra la (erronea) qualifica attribuita a Li Castri e presunti favoritismi fruiti dallo stesso nella…procedura d’acquisto dell’unità abitativa e/o nella fase del rilascio delle autorizzazioni amministrative del caso”.

IL PROCEDIMENTO – La Procura aveva chiesto l’archiviazione  della querela perché quando “evidenzia l’irrisorietà del prezzo…il cronista fa riferimento al prezzo di mercato praticato per unità immobiliari di analoga superficie ubicate nelle zone limitrofe” senza “delineare alcuna rappresentazione “giornalistica” diversa dal reale”. La qualifica dirigenziale che Campolo attribuisce a Li Castri sin dal 2005 (la ottiene solo nel 2015) può essere invece “considerata…una mera inesattezza” per la quale “non risulta…alcuna richiesta di rettifica…dunque non può…integrare alcun elemento del fatto diffamatorio”. Per la p.m. Ilaria De Somma, il giornalista non ha voluto “ingenerare il dubbio sulla correttezza e sulla trasparenza delle condotte” di Li Castri, “vista la condanna in primo grado dell’architetto”.

LT

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