Ossigeno ha accertato altre 13 minacce
Fra il 5 e il 19 aprile 2019 in Calabria, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Puglia, Veneto, Friuli Venezia Giulia. Leggi i nomi dei cronisti presi di mira e i dettagli di ciascun episodio.
“Ossigeno per l’Informazione” ritiene che gli episodi di seguito descritti rappresentino ingiustificabili violazioni della libertà di espressione e di stampa. I nomi di questi 13 giornalisti e operatori dei media colpiti direttamente sono stati aggiunti alla Tabella dei nomi delle vittime di attacchi ingiustificabili: Guido Scarpino, Lirio Abbate, Bruno Manfellotto e editore L’Espresso, Marco Zavagli, Vittorio Brumotti, Vincenzo Rubano e cameraman, Valentino Gonzato, Giovanni Taormina, Barbara Ciarcia,
Matteo Mohorovicich e un operatore.
Giulio Scarpino (Calabria)
L’11 marzo 2019 a Paola, in provincia di Cosenza, ignoti hanno dato alle fiamme l’automobile del giornalista del Quotidiano del Sud, Guido Scarpino. La vettura, come accertato da Vigili del Fuoco e Polizia, è stata cosparsa di liquido infiammabile e poi incendiata. Dalle prime indagini sembra emergere una matrice mafiosa.
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Lirio Abbate, Bruno Manfellotto e editore L’Espresso (Lazio)
Il giornalista Lirio Abbate, vicedirettore del settimanale l’Espresso è stato condannato dal tribunale civile di Roma a risarcire un magistrato romano, ora in pensione, e un perito dello stesso tribunale, con la somma di 100 mila euro per i danni alla reputazione causati da un articolo a sua firma pubblicato sullo stesso settimanale il 23 gennaio 2014.
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Vittorio Brumotti, Vincenzo Rubano, cameraman
L’inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti è stato aggredito a Trani (Bari) il 18 marzo 2019 durante la realizzazione di un servizio video registrato di nascosto (guarda) per documentare lo spaccio di sostanze stupefacenti all’interno di un negozio di antiquariato situato in una via del centro cittadina.
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Marco Zavagli (Emilia Romagna)
Il giornalista Marco Zavagli, direttore di estense.com è a processo per diffamazione a mezzo stampa presso il Tribunale di Ferrara per la querela presentata nel 2018 dal segretario cittadino della Lega, Nicola Lodi, in relazione ad alcuni articoli, pubblicati nell’aprile del 2018. Lo scorso agosto, il pm aveva chiesto di archiviare la querela, poiché a suo giudizio l’episodio “non travalica in alcun modo i limiti di pertinenza ad un fatto di oggettiva rilevanza pubblica e di continenza verbale nell’esposizione dei fatti”. Il querelante si è opposto all’archiviazione.
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Valentino Gonzato (Veneto)
Valentino Gonzato, giornalista di nera e redattore del Giornale di Vicenza, la mattina del 2 aprile 2019, intorno alle 12, è stato strattonato e insultato da un gruppo di sette-otto persone che lo hanno colpito con sputi e gli hanno sottratto il cellulare di servizio. Il cronista è riuscito a filmare quanto accaduto.
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Giovanni Taormina (Friuli Venezia Giulia)
Il 12 aprile 2019 il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Udine ha disposto una misura di protezione (sorveglianza dinamica) per il giornalista della RAI Giovanni Taormina, che lavora per il TgR del Friuli Venezia Giulia.
Il giorno prima, a Udine, presso la redazione di via Palmanova, il giornalista aveva ricevuto una busta anonima con dentro due proiettilie e una foto con il suo volto cerchiato di rosso e sbarrato con una x. La busta era stata lasciata all’ingresso e aveva un aspetto inoffensivo.
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Barbara Ciarcia (Campania)
Il Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica di Avellino ha deciso di assegnare una vigilanza a Barbara Ciarcia, giornalista, corrispondente de Il Mattino.
La decisione in seguito alle minacce ricevute dalla giornalista nel tardo pomeriggio di domenica 7 aprile, mentre si trovava all’interno del negozio gestito dai suoi familiari a Castello del Lago.
“Stai attenta a quello che scrivi”, le aveva detto un uomo che era accompagnato da due persone.
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Matteo Mohorovicich e un operatore (Veneto)
Nella mattinata di domenica 13 aprile 2019, ignoti hanno tagliato le quattro gomme dell’automobile di servizio della Rai, utilizzata dal giornalista Matteo Mohorovicich e da un operatore. I due stavano realizzando un servizio giornalistico sull’inquinamento da idrocarburi e cromo in un ruscello a Rosà, in provincia di Vicenza. L’auto è rimasta parcheggiata circa una mezz’oretta, mentre i cronisti effettuavano le riprese, accompagnati da esponenti di un comitato cittadino che ha sollevato la questione dell’inquinamento di quella zona.
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