Nuovo reato per punire chi ostacola attività giornalistica e libertà informazione
di Alberto SpampinatoProposta nata da una riflessione collettiva sulla necessità di mettere fine all’impunità che in questo campo è quasi assoluta
OSSIGENO 19 giugno – I dati sulle pressioni indebite e illegittime, le intimidazioni, le minacce, le violenze, gli abusi del diritto ai danni del lavoro libero dei giornalisti sono in continua crescita, sia in termini di quantità sia in termini di gravità.
L’Osservatorio di Ossigeno per l’Informazione continua a rilevare minacce estese sul territorio e forti condizionamenti alle inchieste dei colleghi. A essere colpiti anche i giornalisti più fragili, senza garanzie, tra freelance e collaboratori, considerata la particolare situazione nella quale versa la professione.
I processi e le sentenze che dopo troppo tempo rendono giustizia alle giornaliste e ai giornalisti non risolvono la questione della tutela a monte dell’attività giornalistica, preziosa perché assicura ai cittadini il diritto di essere correttamente e compiutamente informati, pietra angolare irrinunciabile in una società autenticamente democratica.
In un incontro svoltosi con il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Verna, con Lazzaro Pappagallo e Giovanni Del Giaccio, segretario di Stampa Romana e responsabile della Macro Area ASR Libertà di informare, con Maria Grazia Mazzola, inviata speciale del TG1, promotrice dell’iniziativa, dopo avere subito un’aggressione mafiosa a Bari, con Pierluigi Franz, presidente del sindacato Cronisti Romani, con Alberto Spampinato, Giuseppe Mennella e Andrea Di Pietro, presidente, segretario, e legale di Ossigeno, tutti i partecipanti hanno convenuto di proporre alla comunità dei giornalisti, alla società civile e ai parlamentari, una nuova norma per rimuovere alcuni ostacoli al diritto di informare.
Quella qui proposta intende essere una norma incriminatrice in grado di offrire una protezione complessiva a livello penale per garantire le condizioni per svolgere una professione ad alto contenuto sociale e democratico e tutelare in questo modo l’attività e la libertà giornalistica, proteggendole con sanzioni penali adeguate e con la prospettiva dell’arresto obbligatorio, da ogni forma di violenza e minaccia finalizzate a limitare o impedire l’esercizio dei diritti derivanti dall’art. 21 della Costituzione. Questa norma è il frutto di un lavoro di gruppo tra giornalisti, autorevoli giuristi, magistrati e costituzionalisti, con il contributo giuridico dell’avvocato Andrea di Pietro.
Lo scopo è quello di introdurre il reato di ostacolo all’informazione. È di ogni evidenza che la proposta si radica e trae origine non solo dall’articolo 21 della Costituzione, ma anche dall’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, dall’articolo 10 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Soccorre inoltre una risalente, attuale e costante giurisprudenza costituzionale riguardo alla funzione della attività giornalistica.
Ex multis:
«I grandi mezzi di diffusione del pensiero (nella più lata accezione, comprensiva delle notizie) sono a buon diritto suscettibili di essere considerati nel nostro ordinamento, come in genere nelle democrazie contemporanee, quali servizi oggettivamente pubblici o comunque di pubblico interesse» (sentenza Corte costituzionale, 30 maggio 1977 n. 94).
Chiederemo nei prossimi giorni una libera adesione della società civile a questo nuovo testo che oggi offriamo alla lettura e alla condivisione pubblica.
REATO DI OSTACOLO ALL’ATTIVITÀ GIORNALISTICA
“Chiunque, per limitare o impedire la ricerca, la raccolta, la ricezione, l’elaborazione, il controllo, la pubblicazione o la diffusione di informazioni, opinioni o idee di interesse pubblico, utilizza violenza, minaccia o frode in danno di soggetti esercenti l’attività giornalistica, è punito con la reclusione da due a sei anni”.
ASP
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