Notizie in tribunale. La Pira: “Querele temerarie mettono al collasso piccoli editori”
Il direttore del Fatto Alimentare è intervenuto al convegno di Ossigeno del 6 dicembre
OSSIGENO 6 dicembre 2023 – L’effetto condizionante delle querele cosiddette temerarie sui giornalisti è raggelante non solo sul piano professionale e umano, ma anche da un punto di vista economico. Lo ha ricordato Roberto La Pira, direttore de Il Fatto Alimentare, collegato su Zoom da Milano al convegno di Ossigeno “Le notizie in tribunale”, promosso il 6 dicembre a Roma, alla Casa del Jazz, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti del Lazio.
“Voglio focalizzare l’attenzione sulle spese che noi giornalisti querelati pretestuosamente siamo costretti a sostenere. Personalmente ho subito 4 cause e mi ritrovo a pagare l’avvocato anche in caso di vittoria. Nell’ultima causa, una nota azienda ha chiesto un risarcimento di milione e mezzo di euro di danni”, ha ricordato La Pira.
Ripercorrendo la sua vicenda ha sottolineato che il problema delle querele temerarie colpisce gravemente soprattutto i piccoli editori e i giornalisti senza tutele. “Ho lavorato in Rai per sei anni – ha detto – dove mi occupavo di test comparativi. Anche in quegli anni ho ricevuto querele per diffamazione ma ho sempre vinto e comunque allora gli avvocati li pagava la Rai. Da quando ho fondato il sito Il Fatto Alimentare sono iniziati i problemi”. Siamo una piccola realtà che fa un grande lavoro e le spese di queste cause sono elevate, ha proseguito.
Riguardo l’ultimo procedimento, ha raccontato: “Dopo la pubblicazione di un articolo, prima una nota azienda mi ha chiesto una rettifica alla quale abbiamo dato seguito, dopo qualche mese è arrivata la richiesta di rimuoverlo con provvedimento d’urgenza. Il giudice ha ritenuto che non ci fossero gli elementi per ritirare l’articolo. Successivamente ha fatto ricorso in appello. Il giudice ha confermato la precedente pronuncia, decidendo di far pagare le spese legali all’azienda querelante. Tuttavia, quest’ultima ha deciso di presentare una querela per diffamazione in sede civile chiedendo un milione e mezzo di danni al giornale”.
Vicende come la mia portano al collasso delle piccole testate e quindi all’autocensura, ha concluso La Pira.
CT – GPA
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