Morti senza tomba. Graziella e Italo sparirono 41 anni fa a Beirut. Ancora nessuna traccia
Erano ospiti dei palestinesi. Indagavano sulla strage di Bologna – Il mistero nascosto dietro il segreto di stato – La ricostruzione di “Ossigeno – Cercavano la verità”
OSSIGENO 1 settembre 2021 – Sono trascorsi 41 anni dal quel 2 settembre 1980, il giorno in cui, a Beirut, i giornalisti italiani Graziella De Palo e Italo Toni lasciarono il loro albergo, salirono su una jeep del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), che aveva organizzato il loro viaggio e sparirono nel nulla. Da quel momento nessuno li ha più visti, né vivi né morti. E molti indizi fanno presumere che siano stati uccisi, come hanno cercato di scoprire numerosi accertamenti giudiziari che però hanno dovuto fermarsi dietro la barriera insuperabile del segreto di stato. E ancora oggi i loro familiari, instancabilmente, rinnovano la loro richiesta: rimuovere il segreto di stato e consentire così di chiarire alcune responsabilità e far ritrovare i corpi dei due giornalisti.
Graziella De Palo e Italo Toni sono due “morti senza tomba” come i cinque partigiani del dramma di Jean Paul Sartre. La loro storia umana e professionale, l’intreccio di segreti e misteri che grava ancora oggi sulla loro scomparsa, gli sforzi dei loro parenti per ottenere verità e giustizia, tutto ciò è ricostruito in dettaglio nel sito “Ossigeno – Cercavano la verità” www.giornalistiuccisi.it, in italiano e in inglese. Sul portale sono linkati anche gli articoli e le inchieste dei due giornalisti (leggi: Italo Toni – Graziella De Palo).
CHI ERANO – Italo Toni era originario di Sassoferrato (Ancona), aveva 50 anni; Graziella De Palo, aveva 24 anni, romana, era la compagna di vita e di lavoro di Italo. Collaboravano con il quotidiano Paese Sera e con la rivista L’Astrolabio. In Libano erano impegnati a documentare la situazione politico-militare e le condizioni di vita dei profughi palestinesi. Secondo alcune ricostruzioni stavano indagando segretamente su un traffico di armi fra Italia e Libano. Inoltre, secondo le dichiarazioni di un testimone, Graziella De Palo raccoglieva informazioni anche sull’ipotesi di un coinvolgimento dei palestinesi nella strage terroristica compiuta alla stazione di Bologna un mese prima.
L’APPELLO – “A distanza di 41 anni rinnovo l’appello a ritrovare i loro corpi, o quel che ne resta, e a rimuovere definitivamente il segreto di stato su alcuni aspetti chiave della loro vicenda”, ha dichiarato a Ossigeno Nicola De Palo, cugino della giornalista. Da decenni si cerca di abbattere quel muro di segreti che impedisce di sapere di più. Alcuni rappresentanti delle istituzioni hanno preso questo impegno, ma fino a oggi nessun concreto risultato. Della possibilità di cercare negli archivi di Stato le tracce di questa verità nascosta si parlerà domenica 5 settembre, durante la giornata di riflessione e testimonianze a Sassoferrato, promossa dall’Amministrazione comunale e dalla famiglia Toni, alla quale prenderanno parte rappresentanti istituzionali e dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche.
IL RICORDO DI NICOLA DE PALO – “Il mio rammarico è di non aver conosciuto Graziella” – racconta a Ossigeno Nicola De Palo – “Ho imparato a conoscerla leggendo le sue inchieste, scoprenso il suo impegno giornalistico. Credo che con la sua uccisione abbiamo perso una firma importante del giornalismo italiano, vista la sua dedizione verso gli ultimi, gli oppressi, le persone schiacciate dal mercato delle armi”. GPA
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