Mobilitazione pro Assange sotto processo a Londra
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Coro di no contro la sua estradizione richiesta dagli Stati Uniti che lo accusano di spionaggio. Rischia 175 anni di carcere – A cura di Luciana Borsatti
Il processo iniziato il 24 febbraio a Londra per l’estradizione negli Usa di Julian Assange è al centro delle preoccupazioni delle organizzazioni internazionali che si battono per la libertà di informazione.
Il fondatore di Wikileaks rischia 175 anni di carcere perché è accusato da Washington di spionaggio, per aver diffuso – anche tramite grandi testate come il Guardian e il New York Times – documenti riservati imbarazzati per la superpotenza a stelle e strisce.
Dopo le prime udienze in febbraio, il processo dovrebbe concludersi a maggio con una sentenza appellabile, mentre quella definitiva è attesa verso la fine del 2020.
Reporters Without Borders ha lanciato una raccolta di firme contro l’estradizione, raggiungendo circa 50.800 adesioni. https://rsf.org/en/free-assange
DUNJA MIJATOVIC – Della vicenda parla, fra gli altri, la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa. “La possibile estradizione di Julian Assange – osserva – ha implicazioni per I diritti umani che vanno molto oltre il caso individuale. L’incriminazione solleva importanti interrogativi sulla protezione di coloro che pubblicano informazioni confidenziali nel pubblico interesse, compresi quanti denunciano casi di violazione dei diritti umani”. La”vaga” e lunga lista di accuse contro di lui, prosegue, “preoccupano in quanto molte riguardano l’essenza stessa del giornalismo investigativo in Europe e non solo. Conseguentemente, permettere l’estradizioni di Julian Assange su queste basi avrebbe un effetto raggelante sulla libertà dei media”, ostacolandoli – conclude – nel loro compito essenziale per le società democratiche. LEGGI
HARLEM DESIR – Il rappresentante per la libertà di stampa dell’OSCE, Harlem Désir, chiede al Regno Unito di non estradare Assange negli Stati Uniti. “L’interesse pubblico di molte delle pubblicazioni di WikiLeaks nel 2010 dovrebbe essere tenuto presente, in quanto hanno contribuito a importanti rapporti investigative e giornalistici. Nel caso fosse estradato e condannato, aggiunge, “è essenziale considerare l’impatto sulla libertà dei media”. LEGGI
IPI – L’ International Press Institute (IPI), una rete internazionale di giornalisti, firme important e dirigenti dei media, sottolinea inoltre, tramite il suo direttore per l’advocacy, Ravi R. Prasad, che il Regno Unito dovrebbe negare l’estradizione di Assange , in quanto “si è proposto come Paese leader nella lotta per la libertà dei media”. LEGGI
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