Fango su Borrometi. A giudizio un ex politico e due giornalisti
L’ex deputato regionale Pippo Gennuso accusato di aver orchestrato un dossieraggio – Accusato anche da un pentito
OSSIGENO 29 luglio 2023 – Hanno tessuto maldestramente una tela di ragno che avrebbe dovuto catturare e neutralizzare le attività giornalistiche del giornalista Paolo Borrometi, condirettore dell’Agi, direttore del sito di notizie ‘La Spia’, presidente di Articolo 21 e autore di inchieste su criminalità, mafie e terrorismo. Questa è l’accusa della Procura di Siracusa che ha emesso un decreto di citazione a giudizio per l’ex deputato della Regione Siciliana Pippo Gennuso, per il direttore del giornale online ‘Diario 1984’ Giuseppe Guastella, per il giornalista Giuseppe Gallinella e per una donna, blogger, Valeria Micalizzi.
L’accusa è di aver ordito un “disegno criminoso” per diffamare e screditare Polo Borrometi, che vive da 9 anni sotto scorta a seguito di una brutale aggressione subita da uomini incappucciati. Per le sue inchieste ha subito ripetute minacce mafiose. Prima udienza del processo il prossimo 15 settembre davanti al giudice unico del Tribunale di Siracusa (leggi).
L’INCHIESTA – Secondo il procuratore aggiunto Fabio Scavone e il pm Andrea Palmieri, a tirare i fili sarebbe stato l’ex deputato regionale di centrodestra Pippo Gennuso, attualmente agli arresti domiciliari dopo aver patteggiato una pena di 8 mesi per traffico di influenze. Guastella, Gallinella e Valeria Micalizzi, sono invece accusati a vario titolo di aver agito “in concorso”, di aver scritto “una lunga serie di articoli” e un pamphlet (‘Parlano di Borrometi’) che lede la reputazione del giornalista, fra l’altro con attacchi alla sua famiglia e varie insinuazioni, fra cui quella di aver utilizzato le auto di scorta (“con i soldi degli italiani”) per recarsi a incontri privati.
A supporto delle tesi dell’accusa, c’è la dichiarazione di un collaboratore di giustizia resa alla DDA di Catania, al quale uno dei giornalisti ora imputati avrebbe fatto intendere, nell’estate del 2019, che Gennuso avrebbe gradito che lui, in cambio di un consistente compenso in denaro, rilasciasse interviste per delegittimare e diffamare il capitano dei carabinieri di Siracusa Vincenzo Alfano e il giornalista Paolo Borrometi. Quel collaboratore di giustizia rifiutò e denunciò gli autori della proposta. A essere denigrato in alcuni articoli, sarebbe stato anche il vicequestore Antonino Ciavola, già capo della Mobile di Ragusa e oggi di quella di Caltanissetta.
PAOLO BORROMETI – “Se non possono contrastare ciò che scrivi o le tue idee, tenteranno di distruggere ciò che sei – commenta Paolo Borrometi con Ossigeno, che ha riportato sin dall’inizio le tante minacce ricevute dal giornalista -. Dopo anni di fango messo nel ventilatore contro di me e contro la mia famiglia, penso a mio padre che mi ha insegnato a lottare per la ricerca della verità. E che purtroppo è morto con quelle infamie”. Contro di lui una vera e propria attività di dossieraggio, conclude il suo legale Fabio Repici.
CARLO BARTOLI – “Paolo è un simbolo della libertà di stampa, il suo libro “Traditori. Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana” ha un titolo che è stato premonitore di quanto accaduto, di quella strategia che punta a infangare e attaccare le persone che danno fastidio – ha detto il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti nella conferenza stampa organizzata presso la Fnsi -. In questa vicenda ci sono anche giornalisti coinvolti. La cosa ci preoccupa ancora di più, perché se nella nostra stessa casa ci sono persone che operano per far calare il silenzio sulla libertà di informazione è un segnale grave”.
IN SICILIA Ossigeno ha segnalato 18 giornalisti e operatori dell’informazione minacciati da gennaio a giugno 2023 e 420 in totale dal 2012. Il contatore di Ossigeno segna 6774 giornalisti minacciati in Italia dal 2006 ad oggi. I loro nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online. LT
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