Migranti. Archiviazione per Raffaella Cosentino
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La freelance de L’Espresso, difesa da Ossigeno, querelata per articolo su arricchimenti in Calabria ai danni dei rifugiati
La giornalista Rai Raffaella Cosentino, nel 2015 collaboratrice freelance del settimanale L’Espresso, è stata prosciolta dal Giudice per le Indagini Preliminari di Roma, Claudio Carini, dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa nei confronti di Pasquale Poerio. Poerio è il legale rappresentante della Quadrifoglio S.r.l., la società cui la Misericordia – soggetto indicato dalla Prefettura per la gestione del Centro d’Accoglienza di S. Anna di Isola Capo Rizzuto – aveva subappaltato la somministrazione dei pasti agli immigrati richiedenti asilo presenti nel Centro stesso.
Ossigeno per l’Informazione, grazie al finanziamento della ONG londinese Media Legal Defence Initiative (MLDI), ha deciso nell’aprile del 2016, in occasione della contestazione del reato di diffamazione, di farsi carico delle spese legali necessarie alla difesa – sostenuta dall’Avv. Andrea Di Pietro -, ritenendo che Raffaella Cosentino fosse vittima di una querela non solo infondata, strumentale e pretestuosa, ma perfino temeraria. Infatti, il Pubblico Ministero di Roma, Maurizio Arcuri, ha chiesto e ottenuto dal Gip l’archiviazione per la diffamazione.
La vicenda nasce da un articolo a firma della giornalista pubblicato su L’Espresso il 2 ottobre 2015 dal titolo “A Isola Capo Rizzuto l’accoglienza è un affare ai danni dello Stato e dei diritti umani” in cui si trattava con cura dei particolari e documenti alla mano di “numeri gonfiati, ingiusti profitti, ospiti costretti a vivere in condizioni inaccettabili”. Per queste ragioni, sul Centro per richiedenti asilo calabrese si sono addensati sospetti e indagini, non soltanto della stampa ma anche della magistratura. La quale, in epoca successiva alla pubblicazione dell’articolo su L’Espresso, ha disposto il fermo nei confronti di 68 persone, tra le quali anche Pasquale Poerio, certificando, in un certo senso, il rigore e la correttezza professionale di Raffaella Cosentino nell’affrontare prima della magistratura le complesse e gravi vicende della gestione del Centro d’Accoglienza.
L’articolo pubblicato su L’Espresso era stato oggetto di querela il 22 dicembre 2015 da parte di Pasquale Poerio perché ritenuto infarcito di falsità. In particolare, l’accusatore di Raffaella Cosentino sosteneva di possedere le necessarie certificazioni antimafia da parte della Prefettura, che già dal 2009 aveva espresso il proprio “gradimento” autorizzandolo ad accedere e a prestare servizio presso il Centro d’Accoglienza; che non era vero che gli era stato sospeso il certificato antimafia; che non era vero che la fornitura dei pasti fosse sovrafatturata e che la società da lui rappresentata non aveva mai realizzato illeciti risparmi sulla commessa prevista per la fornitura di cibo agli immigrati richiedenti asilo. Invece, la giornalista aveva rivelato che alle persone presenti al Centro veniva distribuito cibo scadente e in quantità inferiori rispetto a quelle pattuite.
Ora sappiamo che quello che scriveva la giornalista 2015 era tutto vero e così è stato accertato dal Tribunale di Roma. Inoltre, dopo la pubblicazione dell’articolo, Pasquale Poerio è stato arrestato per gli stessi fatti che erano stati rivelati dall’inchiesta di Raffaella Cosentino per L’Espresso.
Ossigeno esprime grande soddisfazione per l’esito del processo a carico della propria assistita.
RED
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