Mastrogiovanni: giornalismo si regge su impegno etico del singolo
Per la direttrice de Il Tacco d’Italia, intervenuta al convegno di Ossigeno, “la situazione è drammatica”. La difficoltà di fare inchieste a causa delle querele
“La situazione è drammatica, perché la libertà d’informazione si regge ormai sull’impegno etico dei singoli giornalisti. A loro, ai precari, ai sottopagati, è scaricato addosso tutto il peso di alzare il livello della libertà d’informazione in Italia”: lo ha detto la giornalista Marilù Mastrogiovanni, direttrice del giornale d’inchiesta Il Tacco d’Italia, nel suo intervento al Convegno “L’allarme Onu e le ricette italiane”, organizzato da Ossigeno presso la sala Koch del Senato.
“Se le querele si trasformano in procedimenti penali, interrogatori e decreti di citazione diretta a giudizio, non hai più il tempo di fare inchieste. Devi solo difenderti. Sia da chi ti querela, sia dall’aberrazione della gestione della giustizia”, ha commentato ancora Marilù, che ha poi dato testimonianza della propria vicenda.
“Solo nell’ultima settimana sono stata interrogata tre volte in due giorni, sugli stessi fatti, su richiesta e delega di tre diversi magistrati. Dicevo, l’aberrazione. In più è arrivata una nuova querela. Su quegli stessi fatti, altre querele e altri magistrati hanno archiviato perché tutto vero. Quell’inchiesta parlava di interessenza tra Sacra Corona Unita-politica-imprenditoria: un’inchiesta in cui citavo tutte le fonti. Fonti documentali, pubbliche. Molte di queste sono atti giudiziari.
L’inchiesta è stata sequestrata dalla magistratura di Lecce e io mandata a processo con decreto di citazione diretta a giudizio. Il sequestro di un giornale è vietato dalla Costituzione, se non in casi eccezionali. Non era questo il caso: scrivevo “semplicemente” di mafia-politica-imprenditoria.
Sono editrice di me stessa: ho fondato un mensile d’inchiesta, Il Tacco d’Italia, 15 anni fa, e pubblico inchieste sulla mafia pugliese, la Sacra Corona Unita. Ho formato decine di giornalisti e insegno giornalismo investigativo multimediale al Master in giornalismo di Bari. Ho ricevuto negli anni oltre cento tra diffide, richieste di risarcimento danni, querele.
Non ho alcuna condanna, né sono mai stata soccombente in sede civile.
Questo evidentemente è un problema”, ha concluso la giornalista, con un breve accenno al Sud e ai giornali locali. “L’Italia muore, il Sud muore, se l’informazione non c’è – ha detto Mastrogiovanni – Ogni notizia occultata è un pezzo di democrazia che muore. E nelle periferie i giornali locali sono le sentinelle della democrazia.”
RDM
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