Maria Grazia Cutuli uccisa 21 anni fa in Afghanistan dopo uno scoop
Era andata lì per il Corriere della Sera due mesi dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Le iniziative per ricordarla. La sua storia su “Ossigeno – Cercavano la verità”
OSSIGENO 18 novembre 2022 – Ventuno anni fa, il 19 novembre del 2001, fu uccisa la giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli. Indagava sulla matrice dell’attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York, avvenuto due mesi prima.
Quel giorno era in viaggio in macchina verso la captale Kabul, su una strada poco sicura. Viaggiava insieme ad altri tre cronisti rimasti uccisi quel giorno insieme a lei: Julio Fuentes, inviato del quotidiano spagnolo El Mundo, l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari, corrispondenti dell’Agenzia Reuters. Tre cronisti coraggiosi, che come lei, sapevano di rischiare la vita per fare bene il loro lavoro.
Il giorno che Maria Grazia Cutuli fu trucidata in Afghanistan, in Italia i lettori del Corriere della Sera leggevano in prima pagina il suo ultimo scoop: il ritrovamento di un deposito di gas nervino in una base talebana abbandonata.
LE INIZIATIVE PER RICORDARLA – Sabato 19 novembre 2022, la Fondazione Corriere della Sera organizza una serata in ricordo della giornalista dal titolo “Donne, vita, libertà”. A partire dalle ore 21, a Milano, nella Sala Buzzati (Via Balzan, 3) interverranno Maria Grazia Campese, presidente Cooperativa Spazio Aperto Servizi, e Shir Ahmad Mohammadi, preside della scuola di Herat intitolata a Maria Grazia Cutuli; seguirà una Conversazione con le ragazze e i ragazzi d’Iran ai quali sarà consegnato il Premio Maria Grazia Cutuli; sarà dedicato un focus al racconto di guerra con Sevgil Musaieva, caporedattrice del sito di informazione indipendente Ukrayinska Pravda; si concluderà con un concerto a cura di Stefano Buratti (contrabasso), Maxi Codeluppi (chitarra), Kimia Ghorbani (voce), David Sarnelli (fisarmonica). Ingresso libero con prenotazione (qui).
CHI ERA – Maria Grazia era nata a Catania. Adesso avrebbe 60 anni e probabilmente ci racconterebbe dal fronte la guerra in Ucraina. Invece la sua vita è stata strappata via quando aveva 39 anni. La sua storia, i suoi sogni, le sue ambizioni sono ricostruiti su “Ossigeno – Cercavano la verità” (www.giornalistiuccisi.it), il sito web italiano che documenta una per una le vicende umane e professionali dei trenta giornalisti italiani uccisi da mafiosi, terroristi e da forze armate operanti nelle zone di crisi dal 1960 a oggi. La pagina dedicata a Maria Grazia ripercorre le tappe del processo penale per punire i colpevoli della sua morte e ricorda cosa si è fatto in sua memoria; si vedono le foto che le fece Raffaele Ciriello, uno dei giornalisti italiani uccisi mentre svolgevano il loro lavoro, e quelle di Alessandro Digaetano, immagini fornite a Ossigeno dalla famiglia Cutuli. Inoltre, sul sito sono presenti alcuni lavori realizzati dagli studenti di Trani (Bt) nell’ambito del progetto “Semi di legalità”, basati sulla documentazione raccolta da Ossigeno e sulle testimonianze della sorella e del fratello di Maria Grazia, Sabina e Mario.
IL FRATELLO – «La memoria è una materia viva con cui continuiamo a costruire il presente», ha detto Mario Cutuli, intervenendo al convegno di Ossigeno “Roma ricorda Ilaria Alpi e le vittime innocenti delle mafie”. In una intervista rilasciata per “Ossigeno – Cercavano la verità” ha inoltre ricordato che «Maria Grazia conosceva bene i rischi del suo mestiere, ma era allo stesso tempo prudente. Dopo la sua morte, come purtroppo è accaduto anche per altri, qualcuno avrà invece pensato che se l’è cercata. Qualcuno avrà anche pensato che quel lavoro che faceva non era una lavoro per donne. Per mia sorella non era soltanto un lavoro, era una missione: la ricerca della verità delle cose. Un compito che diventava sempre più gravoso, districandosi in un’informazione sempre più confusa». Leggi l’intervista su Ossigeno-Cercavano la verità.
GPA
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