Memoria

Memoria. La giornalista Maria Grazia Cutuli fu uccisa 23 anni fa in Afghanistan

Aveva 39 anni – Indagava sull’attentato terroristico alle Torri Gemelle. Su Cercavano la verità la sua storia e il ricordo di Giovanna Botteri che si salvò da quell’attentato

OSSIGENO 18 novembre 2024 –  La giornalista Maria Grazia Cutuli fu trucidata con raffiche di kalashnikov, ventitré anni fa, il 19 novembre 2001, in Afghanistan, dove si trovava per conto del corriere della Sera, per indagare sulla matrice dell’attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York, avvenuto due mesi prima. Aveva 39 anni. Fu uccisa in un agguato teso a Sarobi, sulla strada per Kabul.  Insieme a lei furono uccisi tre altri giornalisti: Julio Fuentes, inviato di El Mundo, l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari, corrispondenti dell’agenzia Reuters.

Lo stesso giorno, in Italia, il Corriere della Sera pubblicava in prima pagina il suo ultimo scoop: il ritrovamento di un deposito di gas nervino in una base abbandonata dai talebani.

IL RICORDO – Ossigeno ricostruisce la storia di questa coraggiosa giornalista su “Cercavano la verità” www.giornalistiuccisi.it In occasione di questo anniversario l’archivio si arricchisce del ricordo della giornalista Giovanna Botteri, storica inviata RAI che conobbe Maria Grazia Cutuli negli anni Novanta e che nel 2001 si trovava con lei in Afghanistan, ma si salvò da quell’attentato. “Al momento della partenza mia figlia disse che non ce la faceva più, dopo due mesi le mancavo troppo. Così sono tornata in Italia, mentre il convoglio con Maria Grazia, Julio, Harry Burton e Hazizula Haidari partiva verso Kabul senza farvi più ritorno”, ha detto a Ossigeno ripercorrendo con la mente quei giorni. Maria Grazia, dice Giovanna Botteri a Ossigeno, “era un’entusiasta, adorava l’idea di poter raccontare il mondo e i grandi eventi geopolitici attraverso le piccole storie di chi subisce, le guerre e la povertà, dei popoli ridotti a pedine sacrificali sullo scacchiere internazionali. per questo era partita con le Nazioni Unite, per questo faceva la gavetta in redazione, aspettando, come tutti gli inviati di esteri, la grande occasione”. Leggi il ricordo su Ossigeno-Cercavano la verità.

CHI ERA – Di origini siciliane, Maria Grazia era appassionata di politica estera. Su giornalistiuccisi.it Ossigeno ricorda l’entusiasmo con cui svolgeva la professione giornalistica e le tappe della sua carriera, attraverso documenti, testimonianze e una ricca bibliografia. La pagina dedicata a Maria Grazia ripercorre le tappe del processo penale per punire i colpevoli della sua morte e ricorda le iniziative in sua memoria; raccoglie inoltre le foto che le scattò Raffaele Ciriello, un altro giornalista ucciso mentre faceva il suo lavoro, e quelle di Alessandro Digaetano, immagini fornite a Ossigeno dalla famiglia Cutuli.

LE SUE PAROLE – “Volevo andare più a fondo. Superare la schizofrenia del cronista che rimane spettatore di tragedie che non gli appartengono”: con queste parole la giornalista Maria Grazia Cutuli descriveva la sua professione. Parole, ha raccontato a Ossigeno il fratello Mario Cutuli (leggi) con le quali “mia sorella spiega da che parte guardare le cose, da che parte raccontare i fatti; riusciva a essere empatica fino a sentire la sofferenza e il dolore degli altri, per comprenderlo. In molti tratti lei sovrappone il suo percorso umano a quello professionale”.

IL PREMIO CUTULI – Anche quest’anno sono stati assegnati dei premi di giornalismo in memoria di Maria Grazia Cutuli (leggi).

GPA

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