Malta. Sotto tiro i giornalisti che indagano sulla morte di Daphne Caruana Galizia
Minacce e insulti a Nello Scavo di Avvenire e al suo collaboratore maltese Manuel Delia che lascia l’Isola – Silenzi e complicità delle istituzioni indicate dalla Commissione d’inchiesta
OSSIGENO 15 ottobre 2021 – Destano serie preoccupazioni le intimidazioni ai giornalisti italiani e maltesi che continuano a cercare la verità sull’assassinio di Daphne Caruana Galizia, intimidazioni che si sono manifestate dopo le conclusioni della Commissione d’inchiesta che ha indicato alcune responsabilità politiche e istituzionali.
L’8 agosto 2021 Neville Gafà, già a capo dello staff dell’ex premier laburista di Malta Joseph Muscat, si è scagliato su Twitter contro il giornalista di ‘Avvenire’ Nello Scavo, che vive da 2 anni sotto protezione della polizia per le sue inchieste (vedi Ossigeno). “Il codardo minaccia solo quando è al sicuro. Trova il coraggio solo quando è dietro a una tastiera”, ha scritto.
IN FUGA DA MALTA – Nelle scorse settimane il cronista e attivista maltese Manuel Delia (leggi) che ha collaborato alle inchieste di Nello Scavo ha annunciato che si trova costretto a lasciare l’Isola per le crescenti minacce ricevute da persone accusate di complicità nell’omicidio Caruana Galizia. Il Centro Europeo per la libertà di stampa gli ha offerto un “luogo sicuro” in cui trasferirsi con la famiglia.
LA COMMISSIONE D’INCHIESTA – Il 29 luglio 2021 la Commissione di ex magistrati indipendenti maltesi avviata dietro pressione del Consiglio d’Europa, ha concluso i lavori pubblicando un dossier di 437 pagine in cui si afferma che a Malta silenzi e complicità delle istituzioni hanno protetto mandanti ed esecutori dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia. “Si è creata un’atmosfera di impunità, generata dalle più alte sfere dell’amministrazione all’interno della Castiglia, i cui tentacoli si sono poi estesi ad altre istituzioni, come la polizia e le autorità di regolamentazione, portando a un crollo dello stato di diritto”, hanno scritto i tre magistrati che compongono la Commissione.
LE NUOVE MINACCE A SCAVO – Neville Gafà aveva già rivolto frasi minacciose a Nello Scavo e per questo, a dicembre 2020, era stato processato a Malta. I giudici lo avevano e assolto per insufficienza di prove. La Commissione d’inchiesta dei magistrati maltesi ha indicato l’ex capo staff del premier quale autore della campagna denigratoria che precedette l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia (uccisa in un attentato il 16 ottobre 2017). All’inizio di agosto 2021 ha indirizzato nuovi insulti e minacce a Nello Scavo, in risposta a quelli partiti dall’account anonimo Migrant Rescue Watch @rgowans, probabilmente legato a gruppi paramilitari operanti in Libia. A suscitare la sua reazione sono stati alcuni articoli (pubblicati dal giornalista sul suo profilo twitter e sul quotidiano ‘Avvenire’) in cui critica le diffide della Guardia Costiera libica alla Ong Sea Watch 3 affinché non intervenisse nella zona SAR di sua competenza, ricadente anche in acque internazionali. I post di @argowans contengono anche attacchi al Papa e taggano il sottosegretario agli Interni italiano Nicola Molteni. Quando la FNSI ha segnalato pubblicamente i post intimidatori di Neville Gafà all’Osservatorio sulle minacce del Ministero dell’Interno, questi ha reagito con un ulteriore ambiguo post con il quale ha accusato Nello Scavo di nascondersi dietro la scorta.
NELLO SCAVO – Nello Scavo ha seguito il filo delle inchieste di Daphne Caruana Galizia sugli “affari” che vedono Malta crocevia di traffici sommersi di migranti, droga e petrolio, nel triangolo fra l’Isola, la Libia e l’Italia. “Finora è emersa solo la punta dell’iceberg – ha dichiarato Nello Scavo a Ossigeno – Io ho ‘provocato’ volutamente la reazione di @rgowans. Li ho definiti ‘portavoce della mafia libica’ e la reazione c’è stata. Però l’intervento di Neville Gafà mi ha stupito. Mi chiedo perché è tornato ad esporsi pubblicamente. Immagino che con certe dichiarazioni si intenda indicare un obiettivo da colpire, a qualcuno che magari potrebbe agire materialmente di propria iniziativa, anche solo per spaventare o intimidire. Ma quanto accaduto a Daphne Caruana Galizia costringe a tenere alta la guardia, a non sottovalutare alcun segnale, ed è proprio il lavoro che svolge la polizia italiana, il cui impegno ci consente di continuare a lavorare senza indietreggiare”.
SOLIDARIETA’ – A Nello Scavo hanno espresso solidarietà, fra gli altri, la Conferenza Episcopale Italiana (Cei), Fnsi e Ossigeno per l’informazione. Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ha presentato un’interrogazione parlamentare per la protezione dei giornalisti minacciati. LT
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