Mafia. Rafforzate le misure di protezione per il giornalista Salvo Palazzolo
La squadra mobile di Palermo ha intercettato conversazioni su possibili attentati contro il giornalista che racconta il rientro dei boss scarcerati
OSSIGENO 8 febbraio 2025 – Il giornalista Salvo Palazzolo, inviato del quotidiano la Repubblica, edizione di Palermo, già protetto dalle forze dell’ordine a causa di minacce di esponenti di Cosa nostra, a fine gennaio 2025 è stato posto sotto tutela rafforzata in conseguenza delle nuove “gravi ostilità nei suoi confronti” da parte della mafia siciliana accertate da indagini della squadra mobile. In alcune telefonate intercettate i mafiosi avrebbero pronunciato frasi allusive e intimidatorie su di lui. Il giornalista è stato informato subito. Il 12 febbraio sarà audito a Roma dalla Commissione parlamentare antimafia, nel corso di una seduta a Palazzo San Macuto.
Salvo Palazzolo è un giornalista di grande professionalità e competenza, una firma della redazione palermitana di Repubblica. Ha ricevuto molte attestazioni di solidarietà e stima: da Ossigeno, dagli organismi sindacali e ordinistici dei giornalisti e dalla politica. Nelle scorse settimane ha pubblicato articoli di inchiesta sulle attività dei boss mafiosi scarcerati e tornati in libertà a Palermo dopo lunghi periodi di detenzione, sui permessi premio concessi ad alcuni ergastolani condannati per omicidi e strage e su un giro di droga spacciata attraverso i canali Telegram.
I PRECEDENTI – Il giornalista si trova da tempo nel mirino dei mafiosi. A dicembre 2018, la Squadra mobile di Palermo intercettò alcuni mafiosi del clan Inzerillo che progettavano di dargli “due colpi di mazzuolo” per farlo tacere. Erano infastiditi dagli articoli in cui raccontava particolari sul ritorno dagli Stati Uniti in Sicilia dei cosiddetti “scappati” della seconda guerra di mafia, dopo la morte di Totò Riina. Ad aprile 2020, durante il lockdown dovuto alla pandemia, il giovane boss dello Zen Giuseppe Cusimano, poi arrestato come nuovo capomafia del mandamento, attaccò il cronista su Facebook, definendolo “peggio del Coronavirus”. Salvo Palazzolo aveva scritto che Cusimano aveva organizzato nel quartiere una distribuzione di generi alimentari per acquisire consenso sociale.
SOLIDARIETA’ – Fra le attestazioni di solidarietà, quella dell’Ordine dei giornalisti della Sicilia, preoccupato per la situazione allarmante. “I giornalisti sono sentinella dell’informazione – ha scritto il presidente Roberto Gueli -, e quando fanno informazione danno fastidio. La nostra categoria deve essere compatta e respingere con fermezza gli attacchi al mittente”. Vicinanza anche dall’Assostampa Sicilia. “Siamo accanto al collega Salvo Palazzolo – afferma il sindacato unitario dei giornalisti -, che ogni giorno con il suo lavoro di inchiesta contribuisce attivamente e coraggiosamente alla presa di coscienza nella società facendosi testimone di scomode verità che non possono essere taciute, come quella del ritorno in città dei boss. Le nuove minacce nei confronti del collega che lavora nella sede palermitana di Repubblica confermano un clima di fastidio crescente nei confronti dei cronisti che con il lavoro sui territori costituiscono un presidio di legalità”.
IL SUO COMMENTO- “Preferisco fare parlare i fatti”, ha detto Salvo Palazzolo a Ossigeno, ringraziando per la solidarietà e l’attenzione.
IL PREMIO – Il 6 febbraio 2025 a Palermo al giornalista minacciato è stato conferito il Premio Mario Francese, nel corso della commemorazione del giornalista ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. Il premio intitolato a Giuseppe Francese, uno dei quattro figli del giornalista, è stato invece assegnato ex aequo a Luciana Esposito e Filippo Passantino. LT – ASP
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