Memoria

Mafia. Il giornalista Mario Francese fu ucciso 46 anni fa da Cosa Nostra

La sua storia, documenti e testimonianze su Ossigeno-Cercavano la verità. Come viene ricordato in Sicilia

OSSIGENO 25 gennaio 2025 –  Il 26 gennaio 1979 il giornalista Mario Francese, 54 anni, fu ucciso a colpi di pistola a Palermo, in viale Campania, davanti alla sua abitazione. Era un cronista di punta di nera e giudiziaria del Giornale di Sicilia, autore di grandi scoop. Fra l’altro, una sua inchiesta svelò l’evoluzione egemonica dei mafiosi corleonesi negli anni ’70. Il suo barbaro assassinio fece enorme impressione.

Quella sera del 26 gennaio 1979 –  come ricostruisce il sito di Ossigeno per l’informazione “Cercavano la verità” dedicato ai trenta giornalisti italiani uccisi per il loro lavoro – subito dopo gli spari, accorserosul luogo dell’omicidio  molte persone e alcuni giornalisti, fra i quali il figlio di Mario Francese, Giulio, all’epoca giovane giornalista del settimanale Il Diario. Accorse senza ancora sapere che la vittima era suo padre.

“Mio padre era una persona innamorata della vita e del suo lavoro”, ha raccontato a Ossigeno tracciando il suo profilo umano e professionale. “Era instancabile, sempre col sorriso sulle labbra. La sua giornata era divisa tra l’impegno a Palazzo di Giustizia e al giornale. Poi c’era anche la sua passione per gli animali e per l’orto. Era generoso, sempre disponibile con la gente. Sapeva ascoltare e aiutava chiunque gli chiedesse aiuto. Subì intimidazioni a causa del suo lavoro, anche minacce di morte con telefonate arrivate a casa. Un paio le ho prese proprio io”.

In occasione del 46mo anniversario, Ossigeno invita ad approfondire la storia del cronista di origini siracusane rileggendo questo racconto e altri documenti su “Ossigeno-Cercavano la verità” www.giornalistiuccisi.it

LE INIZIATIVE – Il 27 gennaio 2025 Assostampa sicilia e il Gruppo cronisti, insieme all’Ordine dei Giornalisti della Sicilia, rappresentanti della Prefettura e studenti, ricorderanno Mario Francese con una cerimonia in programma in viale Campania alle 9,30. Qui ulteriori dettagli

LA RICERCA DEI RESPONSABILI – Fu la mafia capeggiata da Totò Riina a uccidere Mario Francese, perché stava mettendo a nudo gli affari mafiosi in corso. Aveva già documentato, insieme ad altri cronisti, il sacco edilizio di Palermo, osservando da vicino il sistema degli appalti pubblici. Poi fu fra i primi ad accendere l’attenzione sul colossale affare speculativo creato intorno all’esproprio dei terreni per la costruzione della grande Diga Garcia (dal 2013 intitolata proprio a Mario Francese).

La sentenza di condanna della “cupola” ha sancito nero su bianco la matrice mafiosa affermando che quel giornalista possedeva “una straordinaria capacità di operare collegamenti tra i fatti di cronaca più significativi, di interpretarli con coraggiosa intelligenza e di tracciare così una ricostruzione di eccezionale chiarezza e credibilità delle linee evolutive di Cosa Nostra”.

Per il pieno riconoscimento della matrice e delle responsabilità di Cosa Nostra, tuttavia, la giustizia impiego vent’anni. Fu decisiva la determinazione dei famigliari di Mario Francese, in particolare del figlio Giuseppe, che non superò mai il trauma della barbara uccisione del padre e dopo la sentenza si tolse la vita. GPA

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