Libertà di stampa. Si è conclusa male una legislatura inconcludente
Molti nodi da sciogliere attendono il nuovo parlamento. Trascurati anche i dati allarmanti del Viminale. L’appello in extremis del presidente dell’Odg vanificato dallo scioglimento delle Camere.
OSSIGENO 29 luglio 2022 – La XVIII legislatura, iniziata il 23 marzo del 2018 e finita bruscamente il 21 luglio 2022 con lo scioglimento delle Camere decretato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha lasciato irrisolti tutti i problemi che riguardano la libertà di stampa, le intimidazioni ai giornalisti, le querele pretestuose, la sicurezza dei giornalisti, il diritto dei cittadini di accedere alle informazioni e la tutela dei diritti umani, tuttora affidata a un organismo controllato dal governo, mentre l’ONU continua a sollecitare l’affidamento a un’autorità indipendente dall’esecutivo. Il Parlamento si è mostrato distratto, in altre faccende affaccendato. I tre governi che si sono succeduti (Conte I, Conte II, Draghi) se ne sono lavati le mani.
IL RAPPORTO SULLO STATO DI DIRITTO – L’ultimo riepilogo aggiornato dei nodi da sciogliere era stato appena presentato, il 13 luglio 2022, dalla Commissione Europea, con il capitolo dedicato all’Italia nel secondo Rapporto annuale sullo stato di diritto.
Nonostante sia stato compilato censurando le statistiche fornite da Ossigeno vedi che indicano nominativamente molte più minacce ai giornalisti di quelle segnalate dal Ministero dell’Interno, questo Rapporto della Commissione non ha potuto tacere che la situazione italiana è drammatica. Proprio il Ministero dell’Interno ha indicato per il 2021 una cifra record di giornalisti minacciati in Italia: 232, il 42 % in più rispetto ai 163 minacciati del 2020). Questo dato drammatico non ha pari in Europa, ma non smuove l’immobilismo politico.
Era già stato reso noto il 15 marzo scorso dallo stesso Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ed era stato accolto da un silenzio generale, politico e mediatico. E’ un dato allarmante, ma non dice tutto, è parziale, incompleto, perché il Ministero non tiene conto delle querele temerarie, infondate, pretestuose, che sono tantissime. Ossigeno per l’informazione tiene conto anche di esse e perciò nel 2021 ha individuato 384 giornalisti minacciati, sottolineando che questa è la punta dell’iceberg. (leggi)
L’APPELLO DELL’ODG – Il 13 luglio 2022, pochi giorni prima che le tensioni fra le forze politiche determinassero la caduta del Governo Draghi, lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, aveva sottolineato che questo secondo Rapporto della Commissione europea sullo stato di diritto, contiene raccomandazioni e richiami che l’Italia non può trascurare, e perciò aveva sollecitato il Parlamento ad affrontare subito questi temi.
“La libertà dei media – aveva dichiarato Carlo Bartoli – viene considerata uno dei pilastri fondamentali dell’Unione Europea. Il sollecito ad intervenire che la Commissione fa all’annuncio di possibile infrazione, visto che in Italia la riforma della diffamazione è ferma da anni, così come altre questioni riguardanti la tutela dei giornalisti. Il Parlamento farebbe un servizio al Paese se, prima di concludere la legislatura, affrontasse alcuni dei principali nodi che riguardano l’informazione professionale nel nostro Paese, oggi più che mai necessaria. Tutto ciò è nell’interesse dei cittadini e della democrazia”. Leggi
Bisognerà rinnovare queste sollecitazioni al nuovo Parlamento, quando sarà eletto, e presentargli insieme alcune richieste di intervento correttivo su questioni specifiche quali la presunzione di innocenza e il diritto all’oblio sulle quali l’Ordine dei Giornalisti si è già mobilitato.
Il Comitato esecutivo dell’Ordine nazionale dei giornalisti ha istituito un Coordinamento nazionale sui temi della presunzione di innocenza (coordinatore il consigliere Gianluca Amadori) leggi. L’obiettivo è quello di far fronte alle crescenti difficoltà che i cronisti di nera e giudiziaria si trovano ad affrontare nello svolgimento della loro attività quotidiana. Il Coordinamento nazionale servirà innanzitutto a favorire lo scambio di informazioni fra i vari Ordini regionali sulle iniziative da assumere. Il coordinamento potrà riguardare anche altre questioni che interessano i rapporti tra giustizia ed informazione, come ad esempio la norma sul diritto all’oblio a seguito dell’approvazione della legge 134 del 2021, che introduce un pericoloso automatismo nella “cancellazione” delle notizie dalla Rete. ASP
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