L’Aquila. Lilli Mandara assolta da una querela del sindaco
Aveva definito discriminatoria l’assegnazione dei buoni pasto alle famiglie povere. Per il giudice il fatto non costituisce reato
OSSIGENO 4 novembre 2022 – La giudice Teresa De Lutiis del Tribunale ordinario di Pescara, con sentenza del 24 giugno 2022, ha assolto la giornalista Lilli Mandara, direttrice del blog ‘Maperò’, dall’accusa di avere diffamato il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi, perché “il fatto non costituisce reato”.
Nel 2020 la giornalista nel suo blog aveva criticato i criteri di assegnazione dei buoni spesa alle famiglie bisognose in applicazione di una misura prevista dal Governo Conte durante la crisi pandemica, giudicandoli discriminatori e paragonando alcune scelte del sindaco alle rappresaglie delle SS “che ne prendevano dieci per punirne uno” (leggi e leggi). Il sindaco avrebbe infatti usato criteri discriminatori nella loro distribuzione, asserendo a sua discolpa che era stato il Tar a stabilire quelle modalità di assegnazione, cosa risultata non veritiera. Secondo la giudice la giornalista, che è stata difesa dagli avvocati Carlo Benedetti e Lamberto Dipentima del Foro de L’Aquila, ha esercitato il diritto di cronaca “in termini di verità, pertinenza e continenza”.
IL CONTESTO – Nel 2020, durante il primo duro lockdown istituito per contenere la pandemia da Covid 19, la presidenza del Consiglio dei ministri assegnò ai Comuni delle somme da distribuire ai poveri. Il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi negò i buoni spesa ad una famiglia di Bitonto, che viveva nella città per lavoro senza avere trasferito la residenza. La direttiva Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri), imponeva invece ai sindaci di non introdurre discriminazioni che facessero riferimento a residenza, nazionalità, colore della pelle. La famiglia pugliese si appellò al TAR, che sospese cautelativamente la selezione limitatamente a quel nucleo familiare. Sindaco e giunta in una conferenza stampa annunciarono allora il blocco dell’erogazione dei buoni spesa per tutti i poveri della città, giustificando il provvedimento come una decisione del TAR, cosa risultata non vera perché i giudici amministrativi avevano fatto riferimento solo alla particolare situazione della famiglia di Bitonto, in seguito ammessa ai benefici.
LA GIORNALISTA – “Questa è una sentenza importante perché ha stabilito che le mie critiche erano legittime, poiché i personaggi che ricoprono cariche pubbliche possono e devono essere sottoposti a un rigido controllo da parte dei cittadini e dei giornalisti, anche usando toni aspri – commenta Lilli Mandara con Ossigeno -. Nel processo ho ricordato il momento storico in cui è maturata la decisione del sindaco di cancellare gli aiuti a tutti i bisognosi della città, come risposta ad una sentenza del TAR che gli ordinava di aiutare una famiglia pugliese, priva della residenza aquilana nonostante il figlio fosse iscritto a scuola e il papà dipendente di un’azienda del posto. Era il primo lockdown, molti avevano perso il lavoro, altri vivevano in condizioni economiche precarie, come quella famiglia di Bitonto, senza poter provvedere all’acquisto di beni di prima necessità per i propri bambini. Ho criticato con asprezza l’operato del sindaco perché tante famiglie – conclude la giornalista -, sono rimaste per mesi senza gli aiuti dello Stato. Il Comune avrebbe solo dovuto dividere i buoni spesa fra i poveri e i senzatetto della città, senza introdurre criteri discriminatori”.
LA SOLIDARIETA’ – A Lilli Mandara, delle cui vicende ci siamo già occupati in passato (vedi), Ossigeno esprime pubblica solidarietà e sostegno per una vicenda che dimostra, ancora una volta, che in Italia ci sono amministratori pubblici che reagiscono alle critiche promuovendo querele infondate invece di motivare e chiarire pubblicamente il senso delle loro scelte, e ci sono giornalisti che subiscono processi, penali e civili per risarcimento danni, pur avendo agito in modo corretto. LT
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