L’Aquila. La giornalista Lilli Mandara assolta in appello da una querela del sindaco
Aveva criticato la scelta di negare i buoni pasto agli indigenti non residenti nel comune. Il querelante deve rimborsare le spese legali
OSSIGENO – 4 dicembre 2024 – La Corte d’appello dell’Aquila il 22 novembre 2024 ha confermato la sentenza di assoluzione della giornalista Lilli Mandara emessa in primo grado dal tribunale di Pescara due anni prima. La direttrice del blog ‘Maperò’ era stata querelata per diffamazione a mezzo stampa dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, per un articolo scritto durante la pandemia del Covid-19 (vedi la notizia di Ossigeno). Ora il querelante dovrà pagare le spese legali della giornalista e risarcirla. “Quello della sentenza è stato un bellissimo giorno. La mia battaglia era giusta”, ha commentato Lilli Mandara su Facebook.
L’ARTICOLO – Il sindaco si era risentito per un articolo sull’erogazione dei buoni spesa agli indigenti, inizialmente negati a migranti e non residenti a L’Aquila. Lilli Mandara aveva sollevato la questione criticando la gestione dei buoni spesa. Il sindaco Pierluigi Biondi aveva reagito querelandola e aveva fatto ricorso contro la sentenza di primo grado che aveva assolto la giornalista. Lilli Mandara è stata difesa dagli avvocati Carlo Benedetti e Lamberto Dipentima del Foro de L’Aquila.
LA GIORNALISTA – “È una sentenza importante, limpida, sul diritto di cronaca e di critica rispetto a un tema di grande valenza sociale – dice Lilli Mandara a Ossigeno -. La storia riguarda l’esclusione di una famiglia in condizioni di necessità, e poi di tutti i poveri dell’Aquila, dai buoni pasto assegnati dal governo durante il lockdown. Non ho mai avuto dubbi sulla correttezza del mio operato professionale, però non sempre capita di trovare giudici attenti. Personaggi che rivestono ruoli pubblici si dimostrano sempre più intolleranti alle critiche e mi spiace che vicende come questa debbano risolversi con iniziative giudiziarie, che alla prova dei fatti si rivelano temerarie. Immagino che la condanna al pagamento delle spese rappresenti un segnale chiaro in questa direzione”. LT
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!