Insulti razzisti a Gad Lerner a Raduno Lega
Aggredito un inviato di Repubblica – Matteo Salvini non ha preso le distanze – Solidarietà ai giornalisti
Insofferenza nei confronti dei giornalisti, voglia di sfogare rabbia e frustrazione politica rivolgendo intimidazioni e accuse razziste ai rappresentati della stampa facendosi forti del numero per esprimersi così, con manifestazioni tollerate (e talvolta anche fomentate) dai dirigenti dei partiti.
Tutto ciò si è manifestato sabato 15 settembre 2019, in tutta evidenza al Raduno di Pontida, l’annuale ritrovo dei militanti della Lega. Molti militanti hanno accolto con fischi, insulti e qualche gesto violento in particolare i giornalisti del quotidiano La Repubblica.
Bersagli principali sono stati Gad Lerner, volto noto anche dell’informazione televisiva, e Antonio Nasso, inviato della stessa testata. Quest’ultimo è stato invitato perentoriamente ad andarsene. Poi un militante ha sferrato un pugno contro la telecamera che il giornalista stava usando, danneggiandola. La colpa di Nasso sarebbe stata quella di chiedere ad alcuni perché rivolgevano insulti al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (guarda video).
Gad Lerner, invece, si è limitato a camminare da solo fra i militanti radunati nel “pratone” per raggiungere l’area riservata alla stampa. Il percorso è stato punteggiato da fischi e insulti lanciati in coro da centinaia di persone. Queste le frasi che alcuni gli hanno indirizzato, come si vede in un video: “Ebreo, straccione, comunista – e ancora – vergognoso. Ci tiri sempre merda addosso. Oggi la merda la prendi tu” (guarda video).
SOLIDARIETA’ – Numerose sono state le dichiarazioni di solidarietà ai giornalisti e di condanna dell’atteggiamento dei dirigenti della Lega. Fra gli altri, sono intervenuti il comitato di redazione di Repubblica e quello del Sole 24 Ore. Il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna, ha definito la vicenda “inaccettabile. Mi aspetto – ha detto – che, anche per placare gli animi, venga espressa solidarietà anche dai leader della Lega, in particolare da chi è iscritto all’Ordine dei Giornalisti”. E la Fnsi ha lanciato un appello ai leader politici affinché sia venga “disinnescata la cultura dell’intolleranza. Il clima di odio che si respira, non solo nei confronti dei cronisti, ha raggiunto livelli preoccupanti”, scrivono i vertici del sindacato.
Nicola Zingaretti, segretario del Pd ha commentato: “E’ l’eterno ritorno di qualcosa di antico: l’intolleranza e l’odio per la libertà di pensiero”.
Andrea Martella, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, ha detto: “Non è più rinviabile l’impegno da parte di tutti, a cominciare da partiti e dai rappresentanti delle istituzioni, affinché si metta fine a stagione di odio verso la libera informazione”.
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil ha commentato: “A Pontida emerge di nuovo il clima violento, fascista e razzista tollerato, e non solo, dalla Lega di Salvini. La Cgil difenderà sempre democrazia e libertà di stampa”.
Non sono arrivate, sebbene sollecitate, le scuse del segretario della Lega ed ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che in Tv (ad Aria Pulita, su 7Gold) ha detto: “Questi non sono giornalisti ma spesso calunniatori. Non si tratta mai male nessuno. A casa mia l’ospite è sacro ma se uno sputa veleno su una persona per vent’anni…”. Poi ha ricordato: “Gad Lerner una volta si augurò la mia morte”. “Chi tace acconsente”, ha commentato Lerner in un tweet.
Durante la manifestazione, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, dal palco di Pontida ha stoppato un’ondata di fischi dei militanti contro la stampa dicendo. “No, ragazzi. Qua non funziona così: l’ospitalità è sacra”. E ha ringraziato i giornalisti per la loro presenza.
Il COMMENTO DI OSSIGENO – Le accuse di faziosità e gli insulti antisemiti rivolti in coro da centinaia di militanti della Lega al giornalista Gad Lerner mentre percorreva da solo il prato di Pontida durante l’annuale kermesse politica del loro partito – ha dichiarato il direttore di Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato – purtroppo non sono una novità. Questo episodio di sabato 15 settembre 2019 tuttavia rivela una novità preoccupante: la mancata presa di distanza dei capi del partito. Il capo della Lega, Matteo Salvini, e gli altri dirigenti del partito non hanno voluto farlo neppure pro forma e neanche in privato, non hanno condannato il trattamento tribale riservato a un giornalista sgradito. Un trattamento indubbiamente intimidatorio e minaccioso che non può essere giustificato, una presa di distanza dalle regole civili e democratiche proprie di uno stato di diritto. Non si può fingere di non vedere. Tanto meno in Italia dove il fascismo mosse i primi passi proprio aggredendo i giornalisti. Non basta condannare a parole il fascismo e l’intolleranza se poi si tollera un’ordalie come quella a cui è stato sottoposto Gad Lerner e l’aggressione subita lo stesso giorno dall’inviato di Repubblica Antonio Nasso, al quale un militante ha rotto la videocamera con un pugno.
RDM
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