Iniziato a Firenze il processo al molestatore di Greta Beccaglia
Ossigeno ha chiesto di costituirsi parte civile. Si procede con il rito abbreviato. Prossima udienza il 20 dicembre – Nel 2021 la giornalista fu palpeggiata durante una diretta televisiva dallo stadio di Empoli per Toscana TV
OSSIGENO 24 ottobre 2022 – Al Tribunale di Firenze, lunedì 24 ottobre 2022, ha avuto inizio il processo penale all’uomo che, il 27 novembre 2021, a Empoli, molestò sessualmente la giornalista fiorentina Greta Beccaglia mentre lei, con il microfono in mano, commentava in diretta televisiva l’esito di una partita di calcio. Ossigeno per l’Informazione ha presentato la richiesta di costituirsi di parte civile, a fianco della giornalista. Analoga istanza hanno presentato l’Ordine dei Giornalisti e il sindacato dei giornalisti. L’imputato ha chiesto il rito abbreviato.
Il giudice per l’udienza preliminare Angelo Pezzuti ha ascoltato le parti e si è riservato di accogliere le richieste di costituzione di parte civile nella prossima udienza, fissata per il 20 dicembre 2022. La giornalista è assistita dall’avvocato Leonardo Masi. Ossigeno è rappresentato dall’avv. Andrea Di Pietro, coordinatore dello Sportello Legale Gratuito di Ossigeno, che opera in collaborazione con Media Defence per difendere i giornalisti in difficolta.
Dopo le molestie, Ossigeno aveva espresso comprensione e solidarietà alla cronista, l’aveva incoraggiata a denunciare il molestatore, com’è opportuno fare in circostanze come questa sia nell’interesse personale che di tutte le giornaliste, e le aveva messo a disposizione i servizi e la competenza dell’Osservatorio per difendere la sua dignità di donna e di giornalista intenta a svolgere il proprio lavoro.
Le molestie a una giornalista impegnata a svolgere doverosamente il proprio lavoro, esercitando un’attività di interesse pubblico tutelata dalla Costituzione, danneggiano anche un’associazione come Ossigeno per l’Informazione che è impegnata dal suo Statuto a operare a difesa delle prerogative dei giornalisti e a operare per rimuovere e contrastare i pregiudizi, gli ostacoli e i comportamenti ostili che ostacolano il libero esercizio della libertà di stampa, tanto più di fronte ai comportamenti e agli atteggiamenti sessisti a danno delle croniste prese di mira in quanto donne.
Ossigeno è già stato ammesso a difendere questi valori in altri processi. Lo farà anche a Firenze affiancando Greta Beccaglia, che ha deciso di costituirsi parte civile con l’assistenza del suo avvocato di fiducia.
Un’Associazione che si prefigge il compito di difendere la libertà di stampa e la dignità dei giornalisti, di fronte a molestie così evidenti e conclamate, non può limitarsi a rilasciare a caldo dichiarazioni di condanna e a esprimere indignazione, come ha fatto. Deve difendere il diritto di informazione e la dignità dei cronisti anche in sede legale.
Non è consentito palpeggiare nessuna donna senza il suo consenso (tantomeno una giornalista impegnata nel suo lavoro) come fosse un oggetto sessuale a disposizione di chiunque, come è avvenuto la sera di sabato 27 novembre 2021, come hanno potuto vedere sul loro schermo i telespettatori che seguivano la trasmissione in diretta. Dopo la pacca sul sedere del primo molestatore, altri due hanno palpeggiato ancora più disinvoltamente il corpo dell’inviata che ha saputo mantenere un contegno professionale, riuscendo a dominare la paura senza reagire fino all’interruzione anticipata del collegamento.
Le immagini di queste molestie sono apparse in tv e sono diventate virali sul web. E’ molto raro che le violenze sessiste consumate contro le giornaliste durante lo svolgimento del loro lavoro siano portate alla ribalta con tanta evidenza, in primo piano, siano messe sotto i riflettori dell’attenzione pubblica. In molti casi queste molestie passano sotto silenzio, perché le vittime hanno paura di denunciarle, provano vergogna, temono di non essere credute, di doversi scontrare con l’arroganza chi difende i molestatori o minimizza le loro gesta. Per questo molte violenze non vengono neppure denunciate, per questo molte vittime rinunciano a comparire nel processo.
L’episodio di Empoli, videoregistrato e mostrato in rete, è atipico. Rende più grave la violazione della dignità della persona molestata e, allo stesso tempo, mette tutti davanti a fatti difficili da negare, a comportamenti anacronistici che fanno riflettere su cosa dovremmo fare tutti, di più e meglio, per prevenire queste violenze, oltre a punirle. Ci porta a chiedere giustizia e anche ad aprire una riflessione su quale comportamento devono tenere coloro che assistono a simili molestie e ne sono testimoni. ASP
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