In Italia 59 giornalisti minacciati in 34 giorni
I dati del monitoraggio attivo di Ossigeno che ne ha verificato e accertato 34 e ha segnalato gli altri come molto probabili e che richiedono attenzione
Sono stati 59 in 33 giorni i giornalisti e blogger che hanno subito intimidazioni e minacce in Italia, secondo il monitoraggio attivo condotto da Ossigeno per l’Informazione relativamente al periodo 15 ottobre-16 novembre 2019 (anche se l’Osservatorio ha sospeso l’attività dall’1 al 31 agosto).
Per 34 di questi 59 giornalisti e blogger l’Osservatorio ha verificato e certificato i fatti dichiarando che si tratta di effettive intimidazioni e comportano violazioni della libertà di stampa e del diritto di informare ai sensi dell’Articolo 21 della Costituzione e dell’articolo 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Invece per gli episodi a danno degli altri 25 (dei 59) giornalisti e blogger, Ossigeno è stato in grado di stabilire soltanto che “con molta probabilità” anch’essi sono vittime delle stesse gravi violazioni e perciò, non avendo le risorse per i necessari approfondimenti, ha segnalato pubblicamente questi 25 nomi e gli episodi che li riguardano come casi che richiedono attenzione, invitando le istituzioni e altre associazioni ad accertare la fondatezza dei fatti, verificando se sia necessario assistere urgentemente qualcuno di essi.
Il monitoraggio di Ossigeno conferma che nel 2019 l’andamento delle intimidazioni e delle minacce ai giornalisti è preoccupante.
Nei primi 319 giorni del 2019 l’Osservatorio ha individuato e segnalato intimidazioni, minacce, abusi e altre gravi violazioni del diritto di informazione nei confronti di 399 giornalisti e blogger. Gli episodi relativi 221 di loro sono stati verificati e certificati da Ossigeno. Questi 221 nomi sono stati aggiunti alla Tabella che elenca le vittime di attacchi ingiustificabili riscontrati dal 2006 a oggi. Attualmente l’elenco comprende 3999 nomi.
= Chi è stato colpito dalle 34 intimidazioni accertate fra il 15 ottobre e il 16 novembre 2019
= Chi è stato colpito dalle 25 violazioni molto probabili fra il 15 ottobre e il 16 novembre 2019
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