Ilaria Alpi. 300 partecipanti e 20mila visualizzazioni per il convegno di Ossigeno
Cosa hanno detto i relatori e i famigliari dei cronisti uccisi. Apposta la prima pianta per coltivare la memoria delle vittime
OSSIGENO 23 marzo 2023 – Oltre centocinquanta giornalisti e altrettanti studenti, da remoto e dal vivo, hanno partecipato all’evento “Roma ricorda Alpi e gli altri giornalisti uccisi perché cercavano verità nascoste”, organizzato da Ossigeno per l’informazione alla Casa del Jazz il 22 marzo. L’evento è stato trasmesso in diretta anche su Youtube ed è stato seguito sui social (attraverso i post e i tweet lanciati dai canali di Ossigeno) ottenendo 20 mila visualizzazioni totali. Numerose le agenzie di stampa e le testate giornalistiche che hanno rilanciato le dichiarazioni del convegno.
La sala dell’Auditorium si è svuotata soltanto dopo l’ultimo intervento, quello di Nello Scavo, inviato di Avvenire che ha mandato un video messaggio sul lavoro degli inviati in Ucraina. Nell’ordine, hanno parlato: Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno, Giuseppe Federico Mennella, segretario dell’associazione, le giornaliste Shukri Said, Lucia Goracci e Luciana Borsatti, esperte di diritti e di zone di guerra; Rino Rocchelli e Davide Palmisano, rispettivamente padre di Andrea Rocchelli, il fotoreporter ucciso in Ucraina nel 2014, e figlio di Marcello Palmisano, uccciso in Somalia nel 1995; Nello Scavo. Sul palco sono saliti anche gli studenti dell’istituto Melissa Bassi di Tor Bella Monaca, prima intitolato a Ilaria Alpi. In streaming erano collegate cinque classi dell’istituto Sergio Cosmai di Bisceglie-Trani (intitolato a una vittima di mafia) e quattro classi dell’istituto Dell’Aquila Staffa di San Ferdinando di Puglia.
“Questo convegno ci incoraggia ad andare avanti coinvolgendo sempre più in un dibattito comune giovani e adulti”, hanno commentato gli organizzatori, impegnandosi ad aiutare i più giovani a conoscere i fatti e a capire l’essenza dei problemi della libertà di espressione, l’importanza di coltivare la memoria di chi, come Ilaria Alpi e i suoi 29 colleghi, ha perso la vita per difendere la ricerca della verità, perché le storie di queste vittime ci spiegano molte cose sul mondo in cui viviamo.
Il convegno ha avuto inizio con una cerimonia in omaggio a queste vittime. È stata deposta una giovane pianta davanti al Pannello della Memoria, con i 30 nomi e i volti dei giornalisti italiani uccisi, e alla teca che elenca 900 vittime innocenti delle mafie, all’ingresso della Casa del Jazz, bene confiscato alla mafia e oggi luogo di cultura restituito alla cittadinanza, dove Ossigeno ha la sua sede operativa. “Questo è un monumento alle vittime della lotta per la libertà e per la verità – ha detto Alberto Spampinato -. La prossima volta inviteremo tutti i partecipanti a portare un fiore in questo luogo che dobbiamo onorare come un giardino della memoria”.
Ha portato il saluto di Roma Capitale l’assessore alla cultura, Miguel Gotor, che ha voluto rimarcare l’importanza dell’attività di Ossigeno in uno spazio confiscato all’ex cassiere della Banda della Magliana. Gli ha fatto eco la presidente del primo Municipio di Roma, Lorenza Bonaccorsi, che ha inviato un messaggio di ringraziamento per l’impegno alla Casa del Jazz, dove sono in programma altre iniziative dell’associazione anche grazie alla collaborazione con la Fondazione Musica per Roma, come ha detto l’amministratore delegato Daniele Pitteri. Presente anche Guido D’Ubaldo, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, con cui è stato promosso l’evento.
GLI INTERVENTI – L’iniziativa è stata promossa per l’anniversario dell’uccisione in Somalia della giornalista romana Ilaria Alpi e del video operatore Miran Hrovatin (20 marzo 1994). Chi erano, su cosa indagavano, come si comportavano, e perché sono stati uccisi lo hanno ricordato i relatori. “Ilaria si sedeva per terra con le persone che intervistava, le guardava in faccia e negli occhi – ha ricordato Lucia Goracci – Era una grande professionista e avrebbe continuato ad insegnarci tantissimo”. “L’inchiesta parlamentare che si è conclusa su Ilaria Alpi è una storia di depistaggi”, ha ricordato Giuseppe F. Mennella. Non è tardi, però, per chiedere giustizia e far emergere le responsabilità sia dell’Italia che della Somalia, ha sottolineato Shukri Said.
Quali sono, invece, i rischi per gli inviati in zone di guerra e aree di conflitto oggi? “Non dimentichiamo i giornalisti afghani”, l’appello di Luciana Borsatti la quale ha richiamato anche la difficile situazione dei reporter di Pakistan, Iran e Turchia costretti a scappare per le condizioni di pericolo sotto il nuovo governo dei fondamentalisti. In Ucraina, poi, ha detto Nello Scavo, è in atto una campagna di discredito dei giornalisti, ci sono tanti free-lance che non si possono permettere una assicurazione sul loro lavoro, altri invece sono appiattiti sull’informazione di parte.
I FAMILIARI DEI CRONISTI UCCISI – L’iniziativa di Ossigeno ha raccolto gli apprezzamenti particolari dei familiari dei giornalisti uccisi intervenuti. Ringraziando l’opera di memoria che Ossigeno promuove, Davide Palmisano ha sottolineato come sia importante “perché ci aiuta a comprendere il presente. Ad esempio, quello che sta succedendo oggi in Ucraina e in Russia ha colto di sorpresa molti ma non chi leggeva Andrea Rocchelli”. La vicenda giudiziaria di quest’ultimo, dettagliata in un dossier realizzato da Ossigeno, vede i suoi genitori in prima linea, i quali recentemente si sono rivolti alla Corte Internazionale dell’Aja per avviare un’indagine, come ha illustrato Rino Rocchelli in collegamento da Pavia.
SOCIAL – L’evento, trasmesso anche in diretta Youtube, è stato seguito sui social attraverso i post e i tweet lanciati dai canali di Ossigeno, ottenendo 20 mila visualizzazioni totali. Numerose le agenzie di stampa e le testate giornalistiche che hanno rilanciato le dichiarazioni del convegno. RDM GPA
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!