Il senatore Claudio Durigon diffida il Domani e chiede 200mila € di danni
Chiede inoltre di rimuovere gli 8 articoli contestati e 500 euro per ogni giorno di ritardo
OSSIGENO 15 dicembre 2023 – Il 7 dicembre 2023 il senatore della Lega Claudio Durigon, tramite il suo avvocato, ha inviato al quotidiano Domani una diffida con la quale ha chiesto 200mila euro di danni a titolo di indennizzo per otto articoli a suo giudizio diffamatori pubblicati fra febbraio e novembre 2023. Ha chiesto inoltre la rimozione degli otto articoli che lo riguardano, ha diffidato il giornale dal pubblicare nuovi articoli sullo stesso tema, avvertendo che chiederà altri 500 euro di danni per ogni giorno di ritardo (leggi qui altri dettagli).
Gli articoli riguardano l’acquisto di una casa a Roma che sarebbe avvenuto, secondo il giornale a condizioni di favore. Sulla vicenda il Domani ha pubblicato una inchiesta giornalistica.
Qualche mese fa, a marzo 2023, il senatore Claudio Durigon aveva querelato il Domani per un articolo e la sua denuncia aveva portato al sequestro dell’articolo incriminato da parte dei carabinieri direttamente nella redazione romana del quotidiano (Ossigeno ne aveva scritto qui). Un caso che aveva destato scalpore anche fuori dall’Italia.
Il giornalista Giovanni Tizian, autore di alcuni degli articoli contestati dal senatore Durigon, ha dichiarato a Ossigeno: “Non è la prima volta che riceviamo questo tipo di diffide. Diversi esponenti del governo hanno attuato contro di noi questo metodo. Il senatore Durigon ci aveva già querelato contestando altri 8 articoli relativi ai suoi rapporti con personaggi legati ai clan di Latina. Pm e giudice hanno archiviato la querela riconoscendo la correttezza del nostro lavoro di inchiesta. Ora questa diffida segna un salto di qualità nel tentativo di fermare il nostro lavoro di indagine giornalistica. Su una diffida, a differenza della querela, non ci sono un pm e un giudice chiamati a valutare e decidere. Sono gli avvocati a valutare i fatti. Secondo i legali del senatore noi abbiamo torto. Punto. Questo è un metodo pericoloso, soprattutto se viene usato contro giornali piccoli e con poche risorse. Per fortuna noi abbiamo le spalle larghe”.
Ossigeno per l’Informazione esprime solidarietà al quotidiano Domani che ha già subito altre intimidazioni dello stesso tipo (Leggi la notizia di Ossigeno sui 100 milioni di € chiesti dall’ENI). Ossigeno si augura che Domani sappia resistere a questa ingiunzione che minaccia la stabilità finanziaria del giornale e le finanze dei singoli giornalisti.
“La diffida – ha dichiarato il direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato – è un atto privato legittimo. Ma diventa un’altra cosa quando qualcuno ne fa un uso improprio, com’è già accaduto altre volte (leggi qui una rassegna), quando un personaggio pubblico (in questo caso un parlamentare della maggioranza di governo), chi ha un ruolo pubblico, usa la diffida per intimare a giornalisti e organi di informazione di cancellare informazioni di interesse pubblico o, in alternativa, di pagare somme in grado di mettere a rischio le finanze personali di quei giornalisti e di quell’azienda editoriale. In questi casi la diffida assume una valenza censoria. Il nostro ordinamento comprende strumenti legali e istituzioni che consentono a chi si ritiene diffamato di fare valere le proprie ragioni affidandosi a un giudice terzo e consentono, allo stesso tempo, a chi è accusato di difendersi con le dovute garanzie. Le leggi che lo permettono ci sono e sono perfino sbilanciate a favore di chi accusa di diffamazione un giornale o un giornalista. Sono talmente sbilanciate a sfavore dei giornalisti che il parlamento discute da decenni ( e anche in queste settimane) per trovare il modo di renderle giuste ed equilibrate”.
NEL LAZIO da gennaio al 31 ottobre 2023 Ossigeno ha segnalato minacce e intimidazioni nei confronti di 78 giornalisti e operatori dell’informazione. Dal 2012 ne ha segnalati 1.097. Il contatore dei giornalisti minacciati in Italia, avviato da Ossigeno nel 2006, il 31 ottobre 2023 ha raggiunto quota 6954. I nomi sono nella Tabella dei minacciati consultabile online. GB
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