Il processo per l’aggressione al Verano
Il 19 novembre 2019, Giuliano Castellino ha confermato in aula che era con i suoi camerati in violazione della sorveglianza speciale
Il 19 novembre 2019, alla seconda udienza del processo in corso al Tribunale di Roma per l’aggressione del 7 gennaio 2019 ai cronisti dell’Espresso, il leader romano di Forza Nuova ha ammesso in Aula che era sottoposto a sorveglianza speciale e non avrebbe dunque potuto incontrare altri pregiudicati come invece ha fatto al Verano quando poi si è scagliato contro i cronisti.
Lo ha ammesso rispondendo ad una domanda dell’avvocato di parte civile, Giulio Vasaturo, davanti ai giudici del processo in cui è imputato insieme a Vincenzo Nardulli. Contravvenire alle prescrizioni e agli obblighi di questa misura di prevenzione personale significa commettere un reato punibile con l’arresto da tre mesi ad un anno. Questa violazione, documentata dai giornalisti de L’Espresso, non emerge dagli atti a firma degli agenti della Digos della Questura di Roma presenti sul posto e che hanno poi svolto indagini sull’aggressione e rapina a Marconi e Marchetti.
Il leader di Forza Nuova, Giuliano Castellino è accusato di avere aggredito e rapinato al Verano il giornalista de L’Espresso Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti .
Ossigeno si è costituito parte civile nel processo. La costituzione è stata ammessa dal Tribunale di Roma. Federico Marconi e Paolo Marchetti (L’Espresso) sono difesi gratuitamente grazie al servizio legale dell’Osservatorio
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